Covid

Quarta dose, in provincia di Cosenza vaccinazione a rilento: «Importante per fragili e anziani»

VIDEO | Il primo bilancio da parte del coordinatore della task force Martino Rizzo. Dal 14 aprile appena 2mila le dosi somministrate: al momento si registra una certa resistenza

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di Matteo Lauria
26 aprile 2022
16:30

Via libera alla somministrazione della quarta dose dei vaccini anti-Covid. I riscontri, al momento, non sono confortanti in provincia di Cosenza ma si sta lavorando gradualmente al fine di aumentare le percentuali nel breve-medio periodo. Il ciclo vaccinale riguarda le persone immunodepresse e quei soggetti ritenuti fragili a causa della marcata compromissione della risposta immunitaria. Sono inclusi nei cicli di vaccinazione: gli over-80; i soggetti fragili over-60 con determinate patologie; gli ospiti nelle residenze per anziani (Rsa).

«La quarta dose si rende indispensabile - fa sapere il coordinatore della task force Martino Rizzo - in quanto si è riscontrato che con il trascorrere dei mesi si registra un basso grado di immunizzazione». In provincia di Cosenza il processo di vaccinazione (quarta dose) è iniziato dal 14 aprile scorso, i dati si aggirano attorno alle 2mila somministrazioni. Risultato che, però, non tiene conto delle attività che dovranno essere svolte nelle case di riposo e nelle Rsa.


Le resistenze alla quarta dose e le sanzioni

Intanto, nelle fasce sociali si avverte una certa resistenza alla quarta dose. Il direttore Rizzo ammette: «In effetti siamo andati oltre le normali vaccinazioni. La quarta dose è utile per le persone fragili o che hanno delle comorbilità, nel frattempo è importante attendere il vaccino aggiornato alle varianti, in questo caso un richiamo sarà non utile ma necessario per tutti». Il Covid ci ha ormai abituati, nel corso degli anni, ad avere una battuta d’arresto durante il periodo estivo, per poi riprendere in autunno. Quali le prospettive e cosa è cambiato?

«Come per tutte le malattie a diffusione aerea questo è vero, ma accade anche per l’influenza, sottolinea Rizzo. Se non ci saranno varianti particolarmente virulente potrebbero non esserci rischi in autunno. Oggi, rispetto al passato, possiamo ricorrere agli anticorpi monoclonali e agli antivirali che presto saranno distribuiti attraverso i medici di base. Quindi si lavora non solo sul fronte della prevenzione ma anche sul versante terapeutico».  Cresce il malcontento nella comunità a causa della notifica di sanzioni destinate a chi non si è vaccinato o a chi lo ha fatto in ritardo.

Le ammende riguardano i soggetti che avrebbero dovuto vaccinarsi, e non lo hanno fatto, al primo febbraio. Per tutti coloro i quali lo hanno fatto successivamente scatta la multa. Un tema affrontato dal dottor Rizzo con ferma determinazione: «C’è stata una sottovalutazione da parte di molti, i quali avrebbero dovuto collaborare per raggiungere la famosa immunità di gregge. Sono cittadini che hanno manifestato delle remore ma che comunque si sarebbero dovuto comunque vaccinare di fronte al “Novavax”.

Giornalista
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