Reggio Calabria, al Gom terapie intensive sotto pressione ma non per il Covid

VIDEO | Il primario Sebastiano Macheda: «Abbiamo aperto per tempo il nuovo reparto ma attivando solo 6/7 posti per carenza di personale»

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di Elisa Barresi
23 marzo 2021
09:10

«È vero che da una parte i numeri dei pazienti covid in terapia intensiva si sono stabilizzati, oggi ne abbiamo 7 ma nei giorni passati siamo anche arrivati a 11 contemporaneamente, ma il problema sta diventando l’accoglienza dei pazienti no covid in terapia intensiva».

È questa la situazione di emergenza al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria dove, nonostante gli sforzi per aprire una seconda terapia intensiva no Covid, la carenza cronica di personale ha portato nuovamente il reparto in affanno. E, come ci ha spiegato il primario del reparto il dottor Sebastiano Macheda, senza i dovuti innesti di sanitari la situazione potrebbe peggiorare.


«Abbiamo aperto per tempo il nuovo reparto ma attivando solo 6/7 posti per carenza di personale. Voglio ricordare che l’apertura di questa nuova terapia intensiva è avvenuta con lo stesso personale. In un anno, nonostante l’emergenza, abbiamo avuto solo qualche integrazione di infermieri a tempo determinato e i medici che sono arrivati hanno sostituito quelli andati in pensione quindi il risultato non è cambiato. Stiamo cercando di trovare delle soluzioni alternative per poter accogliere i pazienti no covid che sono tanti perché nonostante la pandemia i politraumi continuiamo a gestirli in gran numero essendo un ospedale hub».

Carenza cronica di personale

Dopo un anno le carenze sono sempre le stesse e in mancanza di una risposta da parte della Regione sulle assunzioni, il Gom prova a trovare soluzioni tampone. Il Covid, purtroppo, continua a mietere vittime ma non si muore di solo covid. L’emergenza sanitaria si sta scontrando con la necessità di garantire, comunque, un’assistenza sanitaria adeguata a tutti i pazienti.

«Se si mantengono bassi i numeri dei ricoveri in area covid – spiega Macheda – potremmo decidere di dividere nuovamente la terapia intensiva covid in due recuperando 5/6 posti da dedicare ai pazienti no covid portandoli a un totale di 14/15. Ma questa soluzione comporta comunque grandi sacrifici di risorse che non ci sono. Abbiamo già chiesto tanto ai nostri infermieri e agli oss che stanno svolgendo un lavoro prezioso. Ma dopo un anno trovarci in questa situazione è davvero difficile».

La guerra non è ancora finita, non si può abbassare la guardia ma al Gom il nodo centrale non è ancora stato risolto. Si guarda al rientro del debito sanitario con speranza mentre in trincea si continua a combattere per strappare ogni singola vita alla morte.

Giornalista
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