Li hanno tirati dalla giacchetta per settimane. Come se si fosse sempre obbligati a dire qualcosa, secondo i tempi ed i modi che altri ritengono di voler dettare. Sono stati stuzzicati, più o meno velatamente. In qualche occasione anche oggetto di attacchi diretti. Ma loro, in modo sempre composto, hanno incassato con la serenità di chi sa di non dovere niente a nessuno se non alla propria coscienza. Martedì, però, i membri del movimento ReggioNonTace hanno convocato una conferenza stampa per affrontare le questioni più spinose delle ultime settimane.

Perrelli, la gratuità e il modello Reggio

Partiamo da quella che ha calamitato l’attenzione dei (pochi, per fortuna) detrattori del movimento: la nomina di Francesco Perrelli quale amministratore unico dell’Atam. Una nomina di natura ovviamente politica, ma che tiene conto di una professionalità riconosciuta unanimemente, per un professionista che sempre bene ha fatto nel proprio lavoro. Perrelli è stato, fino a poco tempo fa, una delle colonne portanti di Rnt. Lo ha fatto con quell’esperienza che gli deriva da anni di scoutismo e di gratuito servizio alla collettività. Sì, vogliamo soffermarci proprio su questo termine: gratuito. Perché in una stagione dove l’antimafia sta vivendo un’implosione su se stessa, anzi, per meglio dire, sulle sue stesse partite iva, ReggioNonTace ha rappresentato una splendida eccezione. Niente, nemmeno un euro è entrato nelle casse del movimento. Non ce n’è stato bisogno, perché l’antimafia attiva si può – anzi, si deve – fare gratuitamente. Per la verità, il movimento è andato assai oltre. Ha rappresentato un modello virtuoso di cittadinanza attiva (per carità, nulla da spartire con il movimento che le indagini indicano vicino a Paolo Romeo) che ha rappresentato una vera e propria spina nel fianco per le amministrazioni di centrodestra prima, per i commissari poi e per il sindaco Falcomatà adesso.

Ora, comprendiamo bene che qualcuno, nella città di Reggio Calabria, debba necessariamente difendere un certo modello di “scopellitiana” memoria. C’è chi oggi si sente in dovere di dover “restituire” moralmente quanto avuto, o chi, invece, più semplicemente, continua a difendere una stagione politica passata alla storia per aver condotto allo scioglimento per mafia del Comune di Reggio Calabria, solo per pura fede di fazione, più che politica in senso stretto. Ecco allora che trovarsi di fronte una realtà come quella creata da padre Giovanni Ladiana e da pochi altri volenterosi cittadini – che nulla chiedono in cambio per il loro impegno – appare come qualcosa di strano, avulso da quel contesto di cointeressenze che hanno caratterizzato per molto tempo i gangli vitali di questa città. E così partono le allusioni, gli attacchi, le frecciatine. Si aspettava il momento giusto, il singolo episodio che potesse far anche solo ipotizzare la vicinanza di ReggioNonTace all’attuale amministrazione comunale. Nulla di più infondato. Lo ribadiscono a chiare lettere i rappresentanti del movimento nel corso della conferenza stampa: «ReggioNonTace, sin dalla sua nascita, si è riservato il ruolo di ri-svegliare le coscienze - spiegano – e di dare vita a percorsi di cittadinanza responsabile: in occasione delle consultazioni elettorali capitate in questi anni nel nostro Comune ci siamo dati come codice di comportamento di non entrare nel gioco delle candidature e qualora qualcuno di noi accettasse di candidarsi sa bene che dovrebbe ritirarsi dal coordinamento e da qualsiasi ruolo all’interno del movimento. Il rapporto di causalità tra l’appartenenza a ReggioNonTace e la nomina dell’amministratore Unico dell’Atam del dottor Francesco Perrelli è destituito di fondamento. Perrelli è stato designato dal sindaco a questo compito per la sua competenza e il suo profilo etico ben diverso rispetto ad altri nomi che circolavano alla vigilia. Siccome questo incarico conferisce al dottor Perrelli un ruolo ufficiale all’interno del Comune non gli permette di essere “parte attiva” nel movimento, da cui prenderà le distanze, salvaguardando il principio esposto prima per cui i membri di ReggioNonTace (qualora ricoprissero cariche istituzionali) non devono ricoprire più alcun ruolo nel movimento. Gli auguriamo, pertanto, buon lavoro chiedendogli che, all’interno di questa importante azienda, faccia prevalere trasparenza, legalità e partecipazione». Parole chiare, nette, che mettono nero su bianco la posizione del movimento sulla vicenda e su quelle future: non ci sono mezze misure, o dentro o fuori.

L’assemblea pubblica

Ma la vicenda Perrelli non è stata l’unica affrontata da Rnt nel corso della conferenza stampa. Si è dato anche ampio spazio all’assemblea pubblica – la quarta – richiesta ai sensi dell’articolo 20 dello Statuto comunale. «L’iter di raccolta delle 435 firme – spiegano – cominciato il 24 agosto, si è concluso due settimane fa e abbiamo depositato le firme all’ufficio del segretario generale, dottoressa Acquaviva, lunedì scorso. Adesso aspettiamo che il presidente del consiglio comunale, Demetrio Delfino convochi gli incaricati dal movimento per organizzare l’assemblea che speriamo si possa realizzare in tempi ragionevolmente brevi. Il perché delle assemblee pubbliche richieste dai cittadini è basato sulla convinzione che la partecipazione è la condizione senza la quale non si possono avviare processi di democrazia, di liberazione e di progettazione del futuro. Il perché risiede anche nella convinzione che quando legalità e trasparenza camminano insieme, allora la strada verso la giustizia si percorre con maggiore fiducia e speranza. Il perché è alimentato giorno dopo giorno dalla coscienza che suggerisce di non poter far finta di niente, che chiede di mettere la faccia, che impone di non poter scendere a compromessi con chi non vuole perseguire il bene comune».

I quesiti e la questione morale

E per chi pensa che per Falcomatà ci siano “saldi di stagione”, la risposta, oltre alle numerose sortite passate, arriva presto: «Alcuni potranno dire che rispetto all’11 gennaio scorso il sindaco non ha tenuto fede agli impegni presi davanti alla cittadinanza: dove sono le consulte? E la conferenza programmatica per approvare il bilancio? Dov’è il tanto invocato piano per risolvere la questione degli alloggi popolari? E’ venuto il tempo da parte dei cittadini di prendere coscienza che non si può più delegare i cosiddetti “uomini del palazzo”, che non si può dire che a Reggio “la musica non cambia”, che siamo costretti ad andare via piuttosto che restare?». Non solo critica, dunque, ma anche un’attenta riflessione su ciò che ogni cittadino può fare, senza dimenticare un aspetto essenziale: «Reggionontace chiede ai suoi amministratori di porre attenzione alla questione morale proprio nel tempo in cui si celebra il processo Gotha che vede accusati i “soliti noti” che hanno occupato posti di rilievo (o hanno agito nell’ombra) nella gestione della cosa pubblica negli ultimi dieci anni. La questione morale tocca tutti noi, perché in tutti noi si annida il germe dell’interesse personale e della chiusura nel privato; solo la nostra coscienza personale che si apre all’alterità può dare senso al nostro impegno civico. Questo impegno va sempre più condiviso con la maggioranza dei cittadini, sapendo quanto sia importante viverlo in spirito di gratuità a servizio delle fasce deboli della nostra città».

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Ma nella città dello Stretto, per qualcuno, vivere questo spirito di gratuità continua ad essere impossibile. Ed è per questo che ReggioNonTace continua ad essere una splendida e rara eccezione da salvaguardare con cura.

 

Consolato Minniti