Rubinetti a secco e rabbia crescente. A Ricadi, nel cuore dell’estate calabrese, il grido d’allarme dei cittadini si fa sempre più forte. La stagione turistica è nel pieno, ma in molte case non esce più una goccia d’acqua. Famiglie costrette a vivere con bottiglie acquistate al supermercato, anziani e disabili alle prese con disagi drammatici. Il malcontento si fa sentire, tra chi denuncia una gestione inadeguata e pretende risposte: «L’acqua non è un favore, è un diritto», ripetono in tanti, esasperati da settimane senza servizio e da una rete idrica ormai al collasso.


«Negli anni i problemi ci sono sempre stati, ma quello che sta succedendo quest’estate non si era mai visto - raccontano alcuni residenti ai nostri microfoni -. L’acqua c’è, ma per un motivo o per un altro non arriva». E c’è anche chi denuncia casi drammatici: «Un mio vicino è sulla carrozzina. Non sa come lavarsi, come andare in bagno. Ha bisogno di essere curato e l’acqua non può venir meno».

A Ricadi una seduta straordinaria del Consiglio comunale aperta a tutti i cittadini ha messo al centro delle discussioni la grave crisi idrica che da inizio luglio attanaglia il principale bacino turistico ragionale

L'emergenza al centro del Consiglio comunale straordinario

Di fronte a una situazione diventata insostenibile, ieri il Consiglio comunale di Ricadi si è riunito in seduta straordinaria e urgente per discutere assieme alla cittadinanza di un solo punto: la carenza idrica che, da inizio luglio, sta travolgendo l’intero territorio nel pieno della stagione turistica.

A spingere per la convocazione, il gruppo d’opposizione “Uniti per Ricadi”, con il capogruppo Pasquale Mobrici che non ha nascosto la sua rabbia: «Fino al 7 luglio il sindaco ha sempre negato l’evidenza. Solo di fronte alla popolazione allo stremo ha dovuto ammettere il problema». Secondo Mobrici, il problema non è solo la crisi, ma la totale assenza di programmazione. «L’acqua portata con le autobotti non è sufficiente – ha detto – perché oggi abbiamo quasi 100mila presenze e risolvere l’emergenza in queste condizioni sarà quasi impossibile».

Nel corso del suo intervento in Consiglio Mobrici ha poi parlato di «criceti che girano nella ruota» riferendosi all’amministrazione comunale: «Perché inseguono solo l’emergenza. Non si sono mai posti il problema di pianificare. Se non si realizzano nuovi pozzi, serbatoi adeguati e una rete idrica decente, ce lo porteremo dietro per decenni».

Il capogruppo dell’opposizione ha ricordato poi che già a febbraio il suo gruppo aveva presentato un esposto denunciando la fatiscenza dei serbatoi e la necessità di intervenire subito. «Invece il sindaco ha spostato un milione di euro previsto nel DUP dal 2025 al 2027». Da qui la proposta di Mobrici portata all’attenzione del Consiglio: «Ho proposto di anticipare quel milione, con una mozione condivisa, per iniziare a lavorare già a settembre. Ma ormai ho capito con chi ho a che fare. Non c’è volontà politica».

E rincara la dose: «Ricadi è il comune più ricco di risorse della Calabria, con 1 milione e 600mila euro di tassa di soggiorno ogni anno. Ma i soldi si spendono in feste e festicciole. Per l’acqua non si programma nulla».

Il sindaco: «Servono fondi, ma la situazione sta migliorando»

Dal canto suo, il primo cittadino di Ricadi, Nicola Tripodi, ha difeso l’operato dell’amministrazione parlando di una doppia linea d’azione portata avanti dal Comune: «Da un lato stiamo rispondendo all’emergenza, dall’altro portiamo avanti una programmazione che prevede nuovi pozzi e una rivisitazione completa della rete idrica, oggi obsoleta».

Tripodi ha poi definito la proposta di Mobrici di anticipare i fondi previsti per 2027 all’annualità in corso «bella a vedersi ma poco praticabile», spiegando che «una variazione di bilancio così oggi non è possibile dal momento che ci sono meccanismi da rispettare».

Secondo il sindaco però gli effetti degli interventi messi in campo si stanno già vedendo: «Abbiamo agito sui pozzi e con le autobotti per rifornire il territorio. La situazione sta un po’ rientrando. C’è stata un’amplificazione da parte di qualcuno, ma tra qualche giorno andremo a regime. In questo momento però - ha ammesso Tripodi - non ci sono le risorse per interventi strutturali sulla rete idrica».

L’assessore Mollo: «Sottovalutato il problema, ora servono interventi sulla rete»

Ancora più diretto l’assessore ai Lavori pubblici, Albino Mollo, che ha ammesso: «Il problema è stato un po’ sottovalutato. Ora stiamo cercando di riprendere in mano la situazione, anche se con risorse limitate. Mollo ha spiegato di aver chiesto 400mila euro in bilancio, ma di averne ottenuti solo 100mila. «Con quei fondi ho programmato due pozzi, il primo sarà autorizzato a giorni. Ma non basta scavare. Il problema vero è che non abbiamo controllo sulla rete».

Insomma una rete idrica troppo vecchia, troppo fragile e divenuta impossibile da gestire con precisione: «Le camere di manovra sono arrugginite, non si riesce a indirizzare l’acqua dove serve. Abbiamo rimpinguato il serbatoio di Suvarito più volte, ma non sappiamo nemmeno dove finisce l’acqua. Oggi la ditta chiude una valvola e l’acqua esce da un’altra parte. Bisognerebbe sostituire il 90% delle chiusure e delle valvole di regolazione. Serve un intervento serio e strutturale, ma lottiamo con le risorse che abbiamo».