Un grave atto sacrilego ha colpito la comunità di San Pietro di Rossano. Nelle scorse ore ignoti hanno trafugato la teca contenente l’Ostia Magna destinata all’Adorazione Eucaristica. L’episodio ha provocato sconcerto tra i fedeli e immediata condanna da parte del vescovo di Rossano-Cariati, Maurizio Aloise, che ha diffuso una nota ufficiale.

«Con profonda amarezza e sgomento nel cuore – scrive il presule – mi rivolgo a tutta la Comunità per condividere un fatto gravissimo che ha colpito la nostra Chiesa di San Pietro: nelle scorse ore è stata trafugata la teca contenente l’Osta Magna destinata all’Adorazione Eucaristica. Un gesto sacrilego che ferisce il cuore della nostra fede e ci lascia smarriti di fronte a tanta profanazione».

Il vescovo ha invitato i fedeli a unirsi in preghiera e a non perdere la fiducia: «Il Santissimo Sacramento, vera presenza del Signore tra noi, è stato sottratto con violenza e oltraggio, e ancora in queste ore ci uniamo nell’invocazione fiduciosa a Dio affinché possa essere ritrovato e restituito alla venerazione dei fedeli. Vi esorto a prestare la massima attenzione e diligenza nel cercare in ogni angolo delle vie della nostra comunità, nella speranza che si possa recuperare ciò che è stato così indegnamente violato».

Nella stessa nota il vescovo annuncia iniziative di preghiera: «Invito tutte le realtà parrocchiali a celebrare momenti di preghiera e liturgie di riparazione per il grave atto commesso, esprimendo così la nostra fede e il nostro amore per l’Eucaristia, vero Corpo di Cristo. Nei prossimi giorni continueremo insieme con l’adorazione eucaristica e momenti comunitari di espiazione e preghiera, affinché l’offesa arrecata sia riparata con il nostro amore adorante».

Aloise ricorda anche la gravità dell’atto dal punto di vista canonico: «Il Codice di Diritto Canonico (can. 1367) ricorda che chi profana le specie consacrate incorre nella scomunica latae sententiae: una misura che evidenzia la gravità estrema dell’atto. Ma come credenti, non ci limitiamo a una reazione giuridica. La nostra risposta è prima di tutto spirituale: ci inginocchiamo davanti al Signore con cuore contrito e preghiamo per l’autore di questo gesto, perché Dio, nella sua misericordia infinita, tocchi il suo cuore, lo liberi dalle tenebre e lo apra al cammino della conversione».

Il vescovo conclude con un appello all’unità: «In questo tempo ferito, stringiamoci ancor di più attorno all’Eucaristia, pane vivo disceso dal cielo. È il momento della fede, della vigilanza, dell’unità. Invochiamo insieme il Signore perché questo evento doloroso possa diventare occasione di rinnovata consapevolezza del dono immenso che ogni giorno ci è dato nell’Eucaristia».