Occasione mancata

Sanità, 200 milioni di euro in fondi Covid persi dalla Calabria per una domanda sbagliata

Il presidente Occhiuto punta il dito verso la gestione dell’emergenza sanitaria. Principali imputati Spirlì e Longo: la Regione avrebbe chiesto 46 euro a cittadino contro i 130 che poteva ottenere 

di Luana Costa e Francesco Rende
5 novembre 2021
17:09
La Regione
La Regione "rinuncia" a 200 milioni per l’emergenza Covid

Una domanda sbagliata, una richiesta sottodimensionata e 200 milioni che vanno via così, verso altri lidi, risorse che erano a disposizione e semplicemente non sono state richieste. Una stilettata tra le righe, con il sorriso tirato dietro la mascherina per raccontare dell’ennesima occasione persa, quella dei fondi Covid che la precedente gestione non ha richiesto: il presidente Roberto Occhiuto, alla prima uscita pubblica in occasione del Comitato di Sorveglianza del Por Calabria (nel quale ha parlato lungamente delle opportunità della nuova programmazione e delle risorse da non perdere) rende pubblica una di quelle vicende che ha dell’incredibile.

Infatti, nella regione in cui durante l’emergenza Covid le ambulanze stazionavano in fila davanti agli ospedali, in cui mancavano le risorse per fare il tracciamento in maniera precisa e puntuale, sono stati persi 200 milioni di euro in materia sanitaria per una domanda sbagliata, o quanto meno mal formulata.


L’affondo di Occhiuto: «Scoperta fatta per caso in Conferenza Stato-Regioni»

È lo stesso presidente, parlando con i giornalisti, a dare la notizia: «Qualche giorno fa ho partecipato alla conferenza Stato Regioni – spiega l’ormai ex capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati – ed ho scoperto che vi era un fondo a disposizione delle regioni per fronteggiare l’emergenza Covid: era possibile richiedere 130 euro per ogni cittadino della propria regione. C’è stato chi ne ha richiesti di più, come l’Emilia Romagna che ha chiesto addirittura 170 euro a cittadino. Sapete quanti ne ha chiesti la Calabria? 46. Solo così abbiamo perso 200 milioni, capite che poi diventa difficile lavorare».

Spirlì e Longo i principali indiziati

La stilettata arriva precisa alle precedenti gestioni, anche se è difficile da attribuire: anche perché, a domanda specifica sulle responsabilità di questa scelta la risposta non arriva, e resta nell’aria il dubbio. Gli indiziati sono i due che hanno avuto, nei mesi precedenti, la gestione dell’emergenza: il presidente facente funzioni Nino Spirlì, sempre presente nelle conferenze Stato Regioni, e la struttura commissariale di Longo. Entrambi, in ogni caso, sono sulla rampa di uscita dalla Versailles di Germaneto: Spirlì ha riempito gli scatoloni da tempo con tanto di resoconto social, e la sua nomina a vicepresidente tanto promossa nel ticket Lega-Forza Italia, sembra adesso lontana anni luce rispetto alla sicurezza manifestata in più occasioni in campagna elettorale. Il commissario Longo, invece, è in dirittura d’uscita: proprio questo pomeriggio si terrà il passaggio di consegne con il presidente Occhiuto, nominato commissario straordinario dal Consiglio dei Ministri.

Intanto, a prescindere dalle responsabilità, resta il dato oggettivo: in una regione in cui i calabresi muoiono perché le ambulanze arrivano in ritardo o addirittura senza medici a bordo, perdere 200 milioni di euro è una colpa imperdonabile

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