Antica Kroton, si accelera per iniziare gli scavi archeologici allo stadio Ezio Scida: «Indispensabile rimuovere la tribuna»
Dopo la missiva della soprintendente Argenti si programmano incontri anche con Comune e Prefettura per cominciare al più presto i lavori e i contestuali percorsi formativi
Abbiamo già anticipato come la Soprintendenza Archeologica alle Belle Arti e Paesaggio delle province di Crotone e Catanzaro abbia aperto ufficialmente la “partita” per riportare alla luce i resti magno greci presenti nell'area della tribuna dello stadio Ezio Scida nell’ambito del programma Antica Kroton con l’indispensabile rimozione delle tribune amovibili dello stadio e, forse, anche di altre aree limitrofe (a partire dagli spogliatoi) che devono subire una serie di lavori da verificare quanto possano essere compatibili con l’attività dell’impianto sportivo.
«Appare evidente come l’Area Stadio, con annesso il sito dell’impianto sportivo, sarà oggetto di ipotesi di musealizzazione, all’interno del circuito del Parco Pignera, con restituzione alla cittadinanza dei reperti, attualmente custoditi, e non fruibili, al di sotto dello stadio comunale». Questo uno dei passaggi della missiva al Comune di Crotone proprietario dell’impianto che attualmente, in proroga tecnica, è assegnato al Crotone calcio che milita in Serie C.
Passaggio delicato | Antica Kroton e stadio Scida, coniugare gli scavi archeologici con l’attività dell’impianto sportivo è possibile
E se l’architetto Stefania Argenti ha anche espressamente tracciato la strada, indicando come «in questa logica la rimozione di quell’istallazione, a suo tempo definita come provvisoria e necessaria per rendere idonea e fruibile la struttura dello stadio e consentire la partecipazione al campionato di Serie A, si renda indispensabile per la realizzazione esaustiva del programma Antica Kroton», è possibile anche desumerne i contorni dalle schede stesse della programmazione del progetto per cui Regione, Ministero e Comune dovrebbero presto aprire qualche cantiere.
Non è un caso che Argenti, assieme al dirigente di Antica Kroton Antonio Senatore, e al sindaco stiano già muovendosi per avviare, fin da subito, per sfruttare al meglio la finestra tra la fine di questo campionato, che molto probabilmente vedrà impegnata la Fc Crotone calcio nei play off, e l’inizio di quello successivo che comunque potrebbe vedere anche la promozione della squadra dei Vrenna e di mister Zauli in quello della serie cadetta. È per questa ragione che si stanno già predisponendo una serie di imminenti incontri di lavoro tra la Soprintendenza, il Comune, la Prefettura ed altri enti competenti per definire dettagli dell’intervento e verificare quanto possano essere compatibili con la disputa di eventi così “delicati” per la sicurezza, come gli incontri di calcio.
E se l’auspicio è certamente quello di non mettere in alcuna possibile competizione gli interessi sportivi con la prognosi archeologico-culturale della città di Milone e Pitagora, è anche importante rammentare con qualche dettaglio la portata di interesse internazionale che anticipò ai nostri microfoni il professor Carlo Rescigno, ordinario di Archeologia Classica Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Dettagli operativi e opportunità che l’amministrazione comunale scrive oramai da tempo nelle svariate documentazioni della descrizione del programma operativo Antica Kroton e che il dirigente Senatore inseriva nei complementi di programma che hanno sempre riservato molta attenzione non solo allo Stadio ma alle sovrastanti Colline del Pignera, oggi solo in parte valorizzate dai Giardini di Pitagora. «Questa estesa area verde all’interno della città consolidata, può assurgere a dignità di Parco urbano attraverso la riscoperta dei tesori archeologici che contiene, già parzialmente indagati, attraverso il recupero dell’edificio diroccato esistente e noto come “Casa della carta bollata”, che può inserirsi come punto di riferimento per attività culturali e formative» citano testualmente questi documenti indicando anche gli strumenti da attivare «attraverso una serie di percorsi naturali da riscoprire e valorizzare che coniugano i vari quartieri che si affacciano sul perimetro esterno del parco, favorendo l’integrazione tra la città, i suoi tesori archeologici, quelli naturalistici».