Scontro medici 118 con l’Asp di Catanzaro per le indennità: iniziato il processo

VIDEO | Prelievi forzati sui conti correnti dei sanitari per recuperare le indennità degli ultimi 10 anni e risanare le casse dell’azienda

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di Tiziana Bagnato
9 marzo 2021
19:30

Appelli, diffide, carte bollate. Con la prima udienza tenutasi oggi al tribunale di Lamezia Terme entra ormai nel vivo giudiziario la vicenda che vede protagonisti i medici del 118 dell’Asp di Catanzaro ai quali dalla scorsa estate è stata, prima sospesa l’indennità oraria e poi richiesto indietro la somma con questa accumulata negli ultimi dieci anni. 

Il tutto, spiegano i camici bianchi, senza l’autorizzazione di un giudice. I medici si sono così ritrovati di punto in bianco con trattenute sullo stipendio di centinaia di euro. «A settembre 2020 ho percepito 384 euro di stipendio», ci spiega uno dei professionisti. «C’è chi di noi quei soldi li ha investiti in mutui o spesi per mantenere i figli fuori. Dieci anni sono tanti», si sfoga una dottoressa.


Diversi hanno rinunciato all’incarico e il servizio d’emergenza si è così impoverito di risorse umane. È ed è questo punto che si è creato un ulteriore paradosso nel sistema. Se, infatti, i tagli operati dalla triade prefettizia che guida l’Asp, sono stati giustificati all’interno di una logica di risparmio e taglio dei costi, per colmare le caselle vuote in organico si è fatto ricorso a professionisti con partita iva pagati per ogni ora di lavoro molto più di quanto lo fossero i loro predecessori, anche godendo dell’indennità che è stata loro tolta. 

«Vengono retribuiti 50 euro l’ora e c’è chi è arrivato ad avere otto mila euro al mese. È un loro diritto – ci dice un medico – ma allora perché accanirsi su di noi?» Nel frattempo le ambulanze medicalizzate sono passate da 14 a 11, diversi i turni in cui i mezzi non hanno medico a bordo. Se l’ambulanza più vicina è impegnata, si attende che arrivi quella libera che macina anche 40, 50 chilometri prima di potere intervenire su un’emergenza.

L’Asp fa muro. L’avvocato Antonio Pileggi che segue la vertenza ci racconta del totale silenzio dell’azienda sanitaria. Di fatto anche in udienza non si è presentato nessuno al di là dei loro legali. Una situazione paradossale che sta esplodendo, tra l’altro, durante la pandemia quando il 118 dovrebbe essere potenziato e non sfilacciato.

 

 

Giornalista
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