Scritte contro Salvini e il prefetto sulle case popolari di Rosarno

Così come a Reggio anche nella città della piana ignoti hanno protestato contro lo sgombero della baraccopoli segnando i muri delle abitazioni

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di Francesco Altomonte
9 marzo 2019
15:46
Un’altra delle scritte
Un’altra delle scritte

Prefetto e Salvini andateci voi nelle tende”: questa è una delle tante scritte che sono state scoperte stamani sulle facciate delle case popolari di via Serricella a Rosarno. L’episodio, su cui stanno indagando Carabinieri e polizia, fa seguito a quanto avvenuto ieri notte a Reggio Calabria dove ignoti hanno imbrattato la facciata e il lato destro della Palazzo del Governo scrivendo messaggi contro le forze dell’ordine e il prefetto Michele Di Bari all’indomani delle operazioni che hanno visto, in soli due giorni, smantellare la baraccopoli di San Ferdinando.


“Assassini” e “case per tutti” così come a Reggio, anche a Rosarno sono state scritte sui muri delle case popolari. Edifici al centro di un’aspra polemica sorta tra il sindaco rosarnese Giuseppe Idà, i comitati civici e le sigle sindacali. I 36 alloggi popolari di contrada Serricella, da poco ultimati da parte della Regione Calabria sono stati costruiti per i migranti stagionali, ma l’amministrazione comunale avrebbe manifestato la volontà di cambiare, per alcuni, la destinazione d’uso e concederne una parte di questi anche ai rosarnesi disagiati e senza casa.



E proprio il primo cittadino ha voluto commentare l'atto vandalico di oggi: «Esprimo ferma e netta condanna per il gravissimo gesto di questa mattina, è chiaro che si tratta di un disegno molto più ampio ed articolato che mira ad attaccare gli organi centrali e periferici dello Stato, alimentando un clima di tensione, che in questo momento, certamente non giova a nessuno. In qualità di rappresentante della Stato nella mia comunità deploro con fermezza l'atteggiamento provocatorio ed intimidatorio perpetrato in una area di cantiere in cui stanno per essere completati degli immobili di edilizia sociale. Attendiamo fiduciosi che gli organi inquirenti facciano luce sull'accaduto e assicuriamo massima collaborazione affinché simili deprecabili manifestazioni di protesta non abbiano più a verificarsi», ha concluso Idà.


Anche la Flai Cgil Gioia Tauro nella persona di Rocco Borgese ha stigmatizzato l’episodio: «Le scritte vergognose infamanti ed ingiuriose apparse sui muri di Rosarno nei confronti di sua eccellenza il prefetto e del sindaco Idà non appartengono certo ad una società civile e ovvio non pensate dalla comunità africana! Gli africani in questa storia sono solo vittime come del resto purtroppo lo sono sempre stati. Come Flai Cgil penso che anche tra persone che non hanno vedute di egual modo ci debba essere rispetto ossia quell’atteggiamento etico morale che favorisce la crescita e le relazioni umane, interpersonali! Credere che si possa cambiare e raggiungere traguardi con offese che vanno ogni logica si cade inevitabilmente nell’errore! Ripeto, una scelta, una opinione può essere anche opinabile, non la si può condividere, ma va rispettata! Per il rilascio delle case per il superamento delle tende (che tra l’altro la prefettura è molto disponibile viste le ultime dichiarazioni) non servono offese ma solamente battaglie, battaglie vere quelle condotte con onestà civiltà e confronto aperto! Solo così secondo noi di Flai Cgil e Cgil tutta, si riusciranno a raggiungere traguardi importanti! È l’ora forse di abbassare i toni un poco tutti e di iniziare a lavorare assieme in maniera più dinamica e coesa! La Flai ovvio ripudia ogni onta ed insulto perpetrato nei confronti di chicchessia! L’offesa non appartiene alla nostra cultura di sindacato! Da noi i valori prima di ogni cosa! Rinnovo la mia solidarietà al sindaco ed al prefetto».

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