La polemica

Scuola, come dopo un terremoto: nel Vibonese prima campanella in… tenda

A Porto Salvo allestiti gazebo su un prato per ospitare gli alunni del plesso dell’Istituito Amerigo Vespucci. Il sindaco Maria Limardo si giustifica: «Orgogliosi, abbiamo fatto il possibile». Ma le critiche la travolgono

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di Enrico De Girolamo
19 settembre 2021
20:07
La
La "scuola" di Porto Salvo, nel Vibonese

Per gli alunni di Porto Salvo sarà di certo una festa: primo giorno di scuola in… campeggio. Invece di quattro mura a racchiudere banchi e cattedra, finiranno sotto un gazebo, allestito su un prato. Manco in Svezia sono così “avanti” come a Vibo Valentia, dove il Comune - per rimediare ai ritardi che ha accumulato nell’ammodernamento e nella messa in sicurezza dei locali che ospitano il plesso distaccato dell’Istituto comprensivo Amerigo Vespucci di Vibo Marina - è stato costretto ad allestire una serie di tende, di quelle per i matrimoni all’aperto (o per i mercati), sotto le quali ospitare gli alunni di Porto Salvo.

Senza dubbio ai ragazzi piacerà tanto questa botta di novità; vuoi mettere fare lezioni all’aperto invece di essere costretto a restare in classe cinque ore? E chissà che succede se piove. Se farà caldo come negli ultimi giorni. Se tira vento. Chissà. Per ora le foto diffuse da Palazzo Luigi Razza restituiscono l’immagine idilliaca di accoglienti gazebo baciati dal sole di settembre e picchettati su un prato rasato di fresco. Manco in Svezia, appunto.


Chi non si è fatto convincere che questo sia il migliore dei mondi possibili, sono decine e decine di genitori (oltre che, ovviamente, l’opposizione consiliare) che in queste ore stanno subissando di critiche l’Amministrazione comunale. Nel tentativo di arginare il malcontento, il sindaco Limardo ha puntato il dito contro «i leoni da tastiera» e ha cercato di spiegare come sono andate le cose, dando la colpa al destino cinico e baro che avrebbe ritardato lavori, collaudi, verifiche.

«Io e la mia amministrazione – ha detto Limardo - non solo non abbiamo nulla di cui vergognarci, ma siamo orgogliosi del nostro operato mosso esclusivamente dalla volontà di garantire - a tutti i costi - anche ai ragazzi di Porto Salvo l’inizio dell’anno scolastico in presenza e in sicurezza». E fin qua nessuno potrebbe obiettare alcunché. Se non fosse che il vecchio anno scolastico è finito a giugno e da allora ben poco è stato fatto per “garantire” il diritto allo studio degli alunni di Porto Salvo.

Ma d’altronde, da una città che ci mette mesi per fare un semplice spartitraffico (quello, ad esempio, in contrada Bitonto, lungo la strada comunale per San Gregorio), lasciandolo per settimane senza segnaletica orizzontale e verticale, pronto a ghermire gli automobilisti ignari dei nuovi cordoli, non c’è da aspettarsi molta tempestività.  

E i commenti negativi non si contano. «Sindaco - scrive un utente - sono una di quelle persone che lei definisce “leone da tastiera” e che ha pubblicamente asserito che dovreste vergognarvi. I “leoni da tastiera” di cui lei parla sono CITTADINI INDIGNATI che lei dovrebbe rappresentare e perciò hanno tutto il diritto di muovere qualsivoglia critica dinnanzi a situazioni del genere».

«Dove eravate quando venivano fatti i lavori?», si chiede un altro cittadino, mentre in tanti domandano perché non siano stati ristrutturati e utilizzati immobili abbandonati. C’è poi chi ribadisce il proprio apprezzamento nei confronti del sindaco, ma non esitata a bacchettarlo: «Cara Maria Limardo, ho sempre avuto un enorme rispetto e stima per te, ci ho messo la faccia solo per te, allora mi chiedo: perché tutti questi controlli non li avete effettuati prima dell'apertura della scuola? Siamo alle porte della stagione autunnale, quando arriva la pioggia come cavolo faranno tutti questi bambini?».

C’è poi chi tira le somme, affermando che «sono i fatti quelli che contano». «E i fatti – continua un commento al post di spiegazione del sindaco - ci dicono che fino ad oggi quei bambini hanno rischiato a frequentare quel plesso inagibile, mentre oggi invece si ritrovano terremotati in vista della brutta stagione». C’è anche chi invita il presidente Mattarella, domani a Pizzo per l’inaugurazione dell’anno scolastico, a fare un salto a Porto Salvo.

No, non è la Svezia. È la Calabria 2021. Vent’anni dopo la data di Odissea nello spazio, qui siamo ancora alle tende da terremotati per permettere ai nostri figli di andare a scuola.
E domani, a una manciata di chilometri di distanza, ci sarà il Capo dello Stato. Due facce di una medaglia che alla fine cade sempre dal lato sbagliato, quello dei diritti negati e di un ritardo che sembra sempre più incolmabile.

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