Sì ai laboratori privati per processare i tamponi, la Regione pronta ad adottare l'ordinanza

L'ente regionale non si è mai dotato di un tariffario che fissa l'importo da corrispondere, l'unica fonte al momento rimangono i nomenclatori ministeriali. Per chi deciderà di rivolgersi a queste strutture, i costi della prestazione saranno sostenuti dagli utenti

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di Luana  Costa
16 dicembre 2020
08:36

Dovrebbe vedere la luce in questa settimana la nuova ordinanza con cui la Regione, nei fatti, apre la porta ai laboratori privati per supportare i quattro ospedali hub calabresi nel processamento dei tamponi.

 


La pausa di riflessione

La procedura si era arenata nelle scorse settimane, con una lunga "pausa di riflessione" durata quasi due mesi da quando, il 22 ottobre scorso, la Cittadella aveva pubblicato una manifestazione d'interesse per individuare le strutture private dotate di appositi requisiti. Dieci i laboratori "invitati", otto quelli che si erano dichiarati disponibili a intraprendere la battaglia contro il Covid a supporto del pubblico. 

 

Il dubbio sui requisiti

E sebbene in una prima fase vi fossero stati rilievi nei confronti di alcuni laboratori, sembra adesso che ogni dubbio sia stato fugato e che le strutture private saranno autorizzate tutte ad eseguire tamponi, probabilmente in vista delle terza ondata. La formula di approccio però sarà mista, i laboratori in linea di massima opereranno in forma privata.

 

Formula mista

I costi della prestazione saranno sostenuti dagli utenti che decideranno di rivolgersi ai laboratori per eseguire i tamponi, ma non solo. La Cittadella si lascia aperta la porta nel caso in cui vi fosse la necessità di processare tamponi provenienti, ad esempio, dalle tende pre-triage o dai centri drive through. In questi casi le strutture private lavoreranno a braccetto col pubblico e in queste ultime ore si sta, appunto, lavorando per definire la tariffa che la Regione dovrà rimborsare per ogni prestazione eseguita.

 

Il nomenclatore, questo sconosciuto

Una operazione tutt'altro che semplice. Dall'inizio della pandemia ad oggi la Regione Calabria non si è mai dotata di un nomenclatore tariffario per fissare l'importo della prestazione. Molte altre Regioni lo hanno fatto ma non la Calabria, forse non ritenendola una priorità durante l'emergenza da Covid.

 

L'unica fonte normativa in tal senso sono i nomenclatori ministeriali che fissano in 59 euro l'importo per l'estrazione di Dna o Rna, in 2,58 euro il prelievo microbiologico, in 56,81 euro l’analisi di mutazione del Dna e in 40,54 euro la conservazione campionaria di Dna e Rna. Poco meno di 160 euro a tampone, ma il rimborso, tuttavia, con ogni probabilità sarà rivisto al ribasso.

 

Centri di costo Covid

Le spese sostenute dai privati e che la Regione sarà chiamata a rimborsare non saranno addebitate al servizio sanitario regionale, bensì verranno impiegati i fondi destinati dal Governo all'emergenza e gestiti dalla Regione attraverso centri di costo separati.

Giornalista
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