«Sissy Trovato non è stata uccisa». La procura di Venezia chiede l'archiviazione

Il pubblico ministero prende atto degli esami dei periti e chiede che il caso che riguarda l'ex poliziotta della penitenziaria morta lo scorso gennaio dopo due anni di agonia sia archiviato. Era stata trovata ferita l'1 novembre 2016 in un ascensore dell'ospedale della Giudecca 

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di Francesco Altomonte
15 ottobre 2019
16:03
Sissy Trovato
Sissy Trovato

Sissy Trovato non è stata uccisa. Queste le conclusioni a cui è giunta la procura di Venezia all’esito degli esami supplementari richiesti dal gip. Per questo motivo, l’ufficio di procura ha chiesto la chiusura delle indagini e l’archiviazione del caso come suicidio. L’ipotesi, tra l’altro, sostenuta fin dall’inizio dagli inquirenti veneti. La riapertura delle indagini era legata alla prima opposizione all’archiviazione che la famiglia Trovato aveva inoltrato al giudice per le indagini preliminari tramite i loro legali.

 


La giovane agente della polizia penitenziaria originaria di Taurianova è morta il 12 gennaio scorso dopo più di due anni di agonia a seguito del ferimento all’interno di un ascensore nell’ospedale della Giudecca di Venezia avvenuto nel novembre 2016.  

 

I tecnici incaricati dal tribunale hanno consegnato tutte le perizie e il pm, davanti ai nuovi dati, non avrebbe potuto fare latro che chiudere le indagini.

Le indagini sulla traiettoria del colpo, sull’arma e sui cellulari della ragazza non hanno evidenziato nulla di anomalo, così come i filmati delle telecamere del sistema di videosorveglianza dell’ospedale veneziano.

 

Gli inquirenti avrebbero anche individuato un operatore sanitario che, il giorno del ferimento di Sissy, sembrava avesse reagito allo sparo muovendosi in modo anomalo. L’uomo avrebbe negato di avere sentito né visto nulla di strano.

 

I legali della famiglia di Sissy hanno preso atto della decisione del pm sostenendo che adesso si concentrerà a studiare le carte. «Nutriamo ancora delle perplessità di ricostruzione balistica all’interno dell’ascensore – ha dichiarato l’avvocato Girolamo Albanese, che insieme ai colleghi Fabio Anselmo e Maria Sicari rappresentano la famiglia Trovato - Abbiamo fatto degli approfondimenti tecnici che nei prossimi giorni analizzeremo con i nostro periti».

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