Spaccio di droga e armi, due arresti a Rosarno e San Ferdinando - (NOMI)

In manette sono finiti i fratelli Cananzi. L'inchiesta è la prosecuzione di quella che ha portato all'arresto di Rocco Cananzi, padre dei due indagati

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15 giugno 2020
10:18

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale in carcere emessa dal gip del tribunale di Palmi nei confronti di due persone entrambi accusati di cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e di illecita detenzione di armi comuni da sparo, armi clandestine, armi non commerciabili in Italia e munizioni.


In particolare, la misura cautelare è stata emessa nei confronti di due fratelli, Vincenzo Cananzi (classe 90) e Salvatore Cananzi (classe 87), figli di Rocco Cananzi, arrestato dalle Fiamme gialle il 30 gennaio scorso. I fratelli Cananzi gestiscono insieme al padre un autosalone della zona, domiciliati rispettivamente a San Ferdinando e a Rosarno. In particolare l'attività aveva portato al sequestro di circa 2 chili di marijuana, circa 1.2 chili di hashish, 4 pistole semiautomatiche e oltre 140 proiettili, nonché all’arresto in flagranza di reato di Rocco Cananzi, difeso dall'avvocato Domenico Ascrizzi,oggi agli arresti domiciliari. 


In quell’occasione, nello specifico, alcune pattuglie delle Fiamme gialle, durante lo svolgimento di mirate attività di appostamento e di osservazione, individuarono un soggetto sospettato di detenzione abusiva di armi e di produzione e illecita detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

Le conseguenti attività di perquisizione hanno consentito di individuare e sottoporre conseguentemente a sequestro l’ingente quantitativo di stupefacente, rinvenuto sotto un consistente cumulo di sabbia insistente su uno dei terreni adiacenti alla sede dell'autosalone.

Al termine delle operazioni, l’indagato è stato tratto in arresto in flagranza di reato e condotto nella casa circondariale di Reggio Calabria – Arghillà, così come disposto dal pm di turno della Procura.

Nei giorni seguenti, il il gip ha convalidato l’arresto eseguito dai militari operanti, accogliendo altresì la proposta di applicazione nei confronti dell’indagato rosarnese della più penetrante delle misure cautelari personali, ossia la custodia cautelare in carcere, atteso il livello di pericolosità sociale scaturente da quanto posto sotto sequestro.

 

Le successive attività investigative svolte dai finanzieri reggini hanno consentito di raccogliere un ingente e granitico patrimonio probatorio dimostrante il pieno coinvolgimento nelle vicende criminose dei due figli dell’allora arrestato. Analizzato l’intero scenario delineatosi nel corso dell’articolata attività investigativa condotta ha richiesto al gip l’applicazione della massima misura restrittiva della libertà personale nei confronti di entrambi i figli dell’iniziale indagato. Accogliendo le proposte così formulate è stata emessa un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale in carcere per i due, a cui è stata data prontamente esecuzione, nella giornata odierna, da parte dei finanzieri reggini.

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