Stato parallelo, il progetto di fuga in Guinea Bissau e la scuola calcio “Berlusconi”

Le intercettazioni rivelano l’idea dell’ex senatore Dell’Utri per sottrarsi alla cattura. Scajola chiama Speziali in Libano: «Marcello è da te?». L’imprenditore nega: «Non l’ho visto»
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di Consolato Minniti
24 maggio 2018
11:43

Il progetto di una fuga in Guinea Bissau, l’apertura di una scuola calcio intitolata al padre di Silvio Berlusconi e le consuete cene romane alla presenza di importanti personalità anche internazionali. Ci sono anche questi aspetti nell’informativa che la Dia ha vergato sotto il coordinamento del procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, su quello “Stato parallelo” che avrebbe condizionato svariati settori dell’attività pubblica.

 


Come già anticipato ieri, infatti, questo grumo di potere che mette insieme politica, imprenditoria, pezzi di servizi deviati e massoneria, avrebbe avuto fra i vari compiti anche quello di gestire alcune latitanze eccellenti. Fra queste sicuramente quelle di Amedeo Matacena jr e Marcello Dell’Utri. Rapporti che il grimaldello principale di tutta l’informativa – l’imprenditore Vincenzo Speziali jr – ha a più riprese negato anche con alcuni suoi amici, come Claudio Scajola, l’ex ministro che deve rispondere dell’aver favorito la latitanza di Matacena.

“Marcello sta da te?”

Dalle chiamate effettuate fra Vincenzo Speziali e Scajola, emerge come lo stesso cerchi di allontanare da sé qualsiasi sospetto sulla vicenda Dell’Utri. Alla domanda di Scajola, se “Marcello fosse laggiù” da lui, Speziali nega con decisione. Ecco lo stralcio della conversazione del 9 aprile 2014.

Scajola: Ma e? vero che Marcello era laggiu? ... da te ... non da te ma insomma la??

Speziali: Io non l'ho visto Scajola: mi han detto di si sai? Speziali: io non l'ho visto

Scajola: io sto pensando all'altro, al padre di quell'altra capito? Speziali: Io non l'ho visto, io non l'ho visto guarda io e mia moglie, cerca di capirmi, non l'abbiamo visto ... e io sto sempre a casa con mia moglie chiaramente no, quindi non l'ho visto

Scajola: vabbè mi e? arrivata questa voce Speziali: ti giuro quanto e? vero Dio Scajola: beh lo so bene, mica mi dici ...

Tuttavia, annotano gli investigatori, i rapporti fra Speziali e Dell’Utri sono confermati da circa 400 contatti in 18 mesi, nel lasso di tempo precedente allo spostamento in Libano di Dell’Utri.

Il progetto di fuga in Guinea Bissau

E fra le pieghe dell’informativa spunta anche un episodio molto curioso che, però, dimostra a piene mani il progetto, da parte di Dell’Utri, di sottrarsi all’espiazione della sua pena. In una conversazione ambientale fra Alberto Dell’Utri, fratello gemello di Marcello, e Vincenzo Mancuso, fratello del parlamentare Fabio, si discute apertamente del progetto di fuga dell’ex senatore. Ecco uno stralcio della conversazione risalente all’8 novembre 2013 e captata nel corso di un diverso procedimento penale.

Alberto Dell’Utri (A): Allora ha aperto la società ... c'è da ottenere le concessioni per lo sfruttamento della miniera e della pesca, risorse ricchissime e non sfruttate ... allora di ingraziarsi definitivamente tutta la ... il governo ... quello che ha chiesto ... Gennaro (Mokbel, ndr) dobbiamo fare della beneficenza.

Vincenzo Mancuso (V): In ospedale 5 milioni di beneficenza se li sognano.?

A: E sfruttiamo una onlus di Berlusconi che ha in Africa per la costruzione degli ospedali.

V: Che dice Marcello??

A: Ci fanno credito a noi tutti perché sanno che siamo vicini a Berlusconi, dobbiamo dimostrare la vicinanza ...?

V: Vabbè quello non credo che sia un problema che Marcello ...?

A: Ecco allora quello gli ha chiesto ... i soldi per la costruzione delle opere benefiche ... dice, li mando Gennaro.?

V: Gli devi dire a Gennaro di stare saggio perché se riusciamo a chiudere con quella testa di cazzo, lui manco quelli deve tirare fuori, se vuole apparire che è lui a farlo, facciamo fare alla sua società come se facesse una donazione ... è inutile che esca fuori i soldi, possono essere utili per altro.?

A: Lui è disponibile.?

V: Intanto serve.

A: Marcello non deve fare altro che andare da Silvio e dirgli: Silvio io vado nella Guinea Bissau gli spiega tutto, per fare ... Fondo una scuola di calcio per i ragazzi "Luigi Berlusconi" (si riferisce alla Fondazione intestata al padre di Silvio, ndr).?

V: Minchia Berlusconi sarà ...?

A: Cose che a Marcello piace ...?

V: (...) Marcello ha detto che è una cosa fattibile per lui.?

A: Si dice che quando abbiamo fatto ci danno la concessione di tutto.?

V: Ma avete parlato dei passaporti diplomatici??

A: Passaporto diplomatico di tutto anche perché deve consentire lo spostamento: Libano- Guinea; Libano-Guinea e altri Paesi africani eventualmente ... intanto hanno preso la concessione dei gratta e vinci (ridono).

Le cene romane fra Dell’Utri e Gemayel

Ma c’è di più. Gli investigatori annotano un’altra dichiarazione di Alberto Dell’Utri, ricavata da fonti aperte, in cui questi afferma: «Marcello dieci giorni fa ha cenato a Roma con un politico importante del Libano, che è stato presidente. È stato a cena con lui e il 14 prossimo dovrebbe andare a Beirut. Gennaro conosce questo personaggio, gli ha detto non ti fidare». In apparenza sembra una dichiarazione non troppo importante ed invece i riscontri permettono alla Dia di appurare come Vincenzo Speziali abbia accompagnato in Italia Amin Gemayel fra il 13 ed il 15 ottobre 2013. Nello stesso albergo romano, hanno soggiornato in coincidenza pure il banchiere libanese Robert Sursock (il cui nome ricorre più volte nell’informativa) e Marcello Dell’Utri. La sera del 14 ottobre 2013,Speziali e Gemayel sono andati a cena a casa di Constanta Raducanita, compagna dell’ex parlamentare Giuseppe Salvatore Pizza, dove hanno mangiato assieme a Marcello Dell’Utri. Neppure a dirlo, gli spostamenti in terra italiana dell’ex presidente libanese sono avvenuti sempre in compagnia del nipote acquisito, Vincenzo Speziali.

 

3. continua

 

Consolato Minniti

 

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Giornalista
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