L'ultimo viaggio di Stefania e Christian. Lo strazio dei familiari alla camera ardente

Le salme della giovane mamma e del figlio di sette anni sono giunte questa mattina alla casa funeraria di Lamezia. Domani previsti i funerali a Gizzeria

di Tiziana Bagnato
11 ottobre 2018
13:52

Una piccola bara bianca e un’altra accanto in legno chiaro. Stefania e Cristian si trovano da stamattina a Lamezia, in una casa funeraria di via delle Terme in attesa delle esequie che verranno celebrate domani a Gizzeria, località Mortilla, dove vivevano. I loro feretri sono vicini, come loro erano sempre stati nella vita e come, tragicamente, la morte li ha colti. Manca il piccolo Nicolò, il fratellino di Cristian, che si cerca disperatamente da venerdì scorso, anche in queste ore, ma la sua foto, tra le braccia della mamma, attende i visitatori all’ingresso della stanza in cui sono esposte le due bare.
A rendere loro omaggio poco fa anche Francesco Alecci, presidente della terna commissariale che guida il Comune di Lamezia. Il prefetto ha porto le condoglianze ad Angelo Frijia, padre dei piccoli Cristian e Nicolò e marito di Stefania. Per domani Lamezia ha proclamato il lutto cittadino e sarebbe stato difficile immaginare un’ipotesi diversa visto come questa tragedia ha toccato la città e la Calabria tutta.


In quel fiume di acqua e fango che ha trascinato via una mamma e le sue due creature ognuno di noi ha perso qualcosa e acquisito qualcos’altro. La famiglia Frijia è diventata la famiglia di tutti. In quei bellissimi genitori, nei loro sorrisi contagiosi, nella solidità di valori che traspare e nella perdita inconsolabile ed inspiegabile che li ha colpiti, ognuno ha visto qualcosa che sarebbe potuto accadere a chiunque. E i sentimenti non sono solo quelli della commozione e dell’afflato. C’è anche tanta rabbia. Perché quello che è successo giovedì scorso non può essere un destino già scritto o un’ipotesi da tenere in considerazione. Ci sono responsabilità da appurare. E così, mentre la magistratura ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo colposo contro ignoti, gli occhi sono puntati sul torrente Cantagalli. E’ stato questo il corso d’acqua che gonfiatosi con la forti piogge è esondato, e c’è chi sostiene che se fosse stato manutenuto la tragedia si sarebbe evitata. Detriti, spazzatura, canne, avrebbero fatto volume, innalzando in poco tempo il livello del fiume fino a farlo straripare.
Intanto, per questo fine settimana sono attesi altri volontari per le ricerche di Nicolò. Durante la settimana i numeri erano diminuiti, ma sui social sono già attivi gli appelli per nuovi gruppi di ricerca per questo sabato e domenica.


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