Dopo il caso Chiaravalle, stretta sulle cliniche private: chiesti nuovi contratti

L'ex prefetto e commissario straordinario dell'Asp di Catanzaro pretende l'introduzione di nuove misure dopo i decessi tra gli anziani ex ospiti della rsa. Tra le richieste, i certificati antimafia

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di Luana  Costa
12 aprile 2020
16:36

Il deflagrare del caso “Chiaravalle” ha dato la stura ad un giro di vite sulle strutture private accreditate con il sistema sanitario pubblico. L’attuale commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Luisa Latella, anche ex prefetto della città capoluogo ha, infatti, imposto una stretta sui contratti finora sottoscritti dall’Asp con tutte le cliniche private. La decisione è stata assunta nei giorni successivi alla deflagrazione dei contagi da Covid 19 all’interno della rsa Domus Aurea di Chiaravalle Centrale, struttura privata (Ginestra Hospital) che gestiva 40 posti letto di residenza sanitaria assistenziale in regime di accreditamento con il sistema sanitario pubblico, oltre a possedere altri 32 posti letto autorizzati come casa di riposo.

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Annullati gli autocertificati antimafia

L’ex prefetto, oggi commissario straordinario dell’Asp sciolta per infiltrazioni mafiose ha preteso una nuova sottoscrizione dei contratti con tutte le strutture private accreditate non ritenendo più valide quelle firmate entro il 31 gennaio 2019. La nuova procedura a cui tutti gli erogatori privati hanno dovuto allinearsi non contempla solo la sottoscrizione con firma digitale del nuovo contratto ma anche la richiesta dei certificati antimafia, finora allegati ai singoli fascicoli in forma di autocertificazione. A partire da oggi, secondo le direttive introdotte dall’ex prefetto, l’Asp richiederà ad ogni singola struttura privata che eroga prestazioni assistenziali in regime di accreditamento, il certificato antimafia; documento obbligatorio per ogni azienda che voglia lavorare con gli enti pubblici.

 

Nessuna revoca per la Domus aurea

Continuano a rimanere, invece, opachi i rapporti tra l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e la Domus Aurea di Chiaravalle Centrale. Benché l’ente pubblico avesse più volte fatto sapere di aver proceduto ad una revoca dell’accreditamento della rsa dopo gli oltre 80 contagi da Covid 19 (60 anziani e 22 dipendenti) e i 21 decessi finora registrati, emerge oggi una realtà decisamente più annacquata. L’accreditamento della Domus Aurea non risulta ancora revocato ma è solo intervenuta una sospensione del contratto che non è escluso possa innescare contenziosi di natura amministrativa, paralleli alle indagini di carattere penale avviate dalla Procura di Catanzaro.

 

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Giornalista
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