Nessun tampone per chi arriva in Calabria. Ma chi viene chiamato poi rifiuta il test

VIDEO | L’ordinanza regionale fa acqua da tutte le parti. Gli esami vengono predisposti solo per chi si è registrato sul portale degli arrivi ma la metà delle persone contattate poi non accetta di sottoporsi al prelievo di materiale biologico

di Tiziana Bagnato
22 giugno 2020
20:15

Chi si aspettava di trovare in aeroporti e stazioni postazioni dove potere effettuare il tampone è rimasto deluso. Non sono stati pochi a rivolgersi a Polfer e personale delle Ferrovie per sapere dove potere essere sottoposti al test. L’ordinanza n. 51 della Regione Calabria, con la quale dal 20 giugno vengono reintrodotti i tamponi su base volontaria a chi arriva da fuori, su questo punto è sibillina.

 


In realtà è il dipartimento di Prevenzione a telefonare a chi giunge in Calabria palesando la possibilità di potere effettuare il test. Sul documento vergato dalla governatrice Santelli si parla di elenchi di viaggiatori forniti da compagnie aeree, ferroviarie e di mezzi su gomma, ma in realtà il dipartimento prenderà in considerazione coloro che si saranno registrati sul sito www.rcovid19.it.

 

Siamo stati nella stazione Lamezia Terme in concomitanza con l’arrivo dei treni a lunga percorrenza, per intercettare chi arriva da fuori. La maggior parte non era a conoscenza delle cosa, molti spiegano di arrivare da regioni dove l’asticella dei contagi è bassa, altri semplicemente non sono disposti a sottoporsi a tampone, altri ancora invece sono favorevoli.

 

Le falle del meccanismo sono tante. Da parte di chi arriva in Calabria per una vacanza di pochi giorni c’è il timore di essere messo in quarantena. Tutti quelli che non si registrano sulla piattaforma dedicata sfuggono poi dalle maglie del sistema e non sono pochi. I primi dati non sono confortanti. Metà circa delle persone contattate non hanno dato disponibilità ad effettuare il tampone. Dati in linea con quanto riscontrato con le nostre interviste effettuate in stazione.

 

Intanto, i nuovi focolai calabresi fanno paura. Da un lato una Calabria che con la riapertura di discoteche, sagre, feste e fiere è alle fase quattro, dall’altro il numero dei contagi che è ripartito ben prima del boom di rientri in Calabria legato alle ferie estive.

 

Giornalista
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