L’operazione

Tropea, usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso: arrestate 4 persone

In carcere due fratelli e un commercialista, ai domiciliari un medico in pensione. L'operazione della Dda di Catanzaro scattata a seguito di un’attività investigativa curata dai carabinieri con il coordinamento del procuratore Nicola Gratteri

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di Giuseppe Baglivo
10 maggio 2022
07:50

Quattro arresti a Tropea nell’ambito di un’operazione della Dda di Catanzaro scattata a seguito di un’attività investigativa curata dai carabinieri con il coordinamento del procuratore, Nicola Gratteri, e dei pm Corrado Cubellotti e Antonio De Bernardo. Su ordinanza del gip distrettuale, Antonella De Simone, in carcere sono finiti i fratelli Antonio e Pasquale La Rosa, rispettivamente di 60 e 57 anni – indicati quali esponenti di spicco dell’omonimo clan – e il commercialista di Filadelfia Domenico Fraone, 51 anni, residente a Parghelia (già coinvolto nell’inchiesta “Imponimento”). Agli arresti domiciliari è finito Elio Ventrice, 72 anni, medico in pensione di Tropea, difeso dall'avvocato Carmine Pandullo.

Usura aggravata è la prima accusa mossa a Domenico Fraone che, a fronte della concessione di un prestito di 200mila euro, si faceva promettere da Antonio Mondella (imprenditore edile in stato di difficoltà) interessi mensili tra il 6 e il 7% e, in caso di mancata restituzione della somma ricevuta in prestito (200mila euro) nel termine pattuito di un anno, anche il titolo di proprietà definitivo, e libero da ipoteche, sull’immobile denominato “Casa di Ulisse”, sito a Tropea in vicolo Ripa S. Francesco, del valore catastale di 2.500.000,00 euro gravato da due ipoteche per un valore complessivo di 960mila euro. La contestazione è datata 3 novembre 2012.

Estorsione aggravata dal metodo mafioso è la seconda contestazione mossa a Domenico Fraone, questa volta in concorso con il boss di Tropea Antonio La Rosa (alias “Ciondolino”) ed il medico in pensione Elio Ventrice. I tre avrebbero rivolto minacce ad Antonio Mondella facendogli rinvenire sul pianerottolo del portone di ingresso della “Casa di Ulisse” una bottiglietta contenente del liquido infiammabile. I tre sono poi accusati di aver in concorso fra loro compiuto danneggiamenti al complesso immobiliare denominato “Borgo Fiorito” realizzato da una società facente capo ad Antonio Mondella. Elio Ventrice è quindi accusato di aver fatto da mediatore per far pervenire ad Antonio Mondella messaggi minatori provenienti da Antonio La Rosa e Pasquale La Rosa al fine di consentire l’acquisto della “Casa di Ulisse” da parte di Domenico Fraone e facendo rinunciare il figlio di Mondella dall’acquistare all’asta l’immobile che veniva invece acquisito da Fraone. Le condotte contestate coprono un arco temporale che va dal 2013 al dicembre del 2019.


Usura aggravata dal metodo mafioso è invece l’accusa mossa nei confronti di Pasquale La Rosa che, a fronte di un prestito di 80mila euro si faceva promettere da Antonio Mondella interessi usurari. La contestazione copre l’arco temporale del 2010. Infine, Pasquale La Rosa ed Elio Ventrice sono accusati del reato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose avendo rappresentato ad Antonio Mondella di essere in imminente pericolo di vita se non avesse saldato il debito contratto con Pasquale La Rosa. In particolare sarebbe stata prospettata a Mondella un’aggressione fisica da parte dei fratelli Antonio e Pasquale La Rosa. Tali contestazioni coprono un arco temporale che va dal 2013 al dicembre 2019. 

L’inchiesta si basa su una serie di riscontri a corredo delle dichiarazioni della parte offesa rilasciate inizialmente ai carabinieri della Stazione di Zungri nel maggio 2018, oltre che di una serie di intercettazioni. Antonio La Rosa è attualmente imputato anche nel maxiprocesso Rinascita Scott. Insieme a Pasquale La Rosa è difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio. Domenico Fraone è invece difeso dagl avvocati Guido Contestabile e Mario Bagnato. Secondo il gip, nelle vicende al centro dell’operazione della Dda «assume particolare rilievo l’abilità mostrata da ciascuno degli indagati – gli ‘ndranghetisti La Rosa Antonio e Pasquale, l’imprenditore vicino al clan Fraone Domenico ed il mediatore Ventrice Elio – di contribuire all’attuazione di un condiviso disegno delittuoso». Quanto alla posizione di Elio Ventrice, il gip sottolinea la sua «piena adesione alle attività illecite sull’asse La Rosa-Fraone». L’attività di «intermediario nella fase di riscossione del credito usurario e di portatore delle minacce esplicite alla vittima» per il gip denotano «una personalità avulsa dalle regole ed incline a delinquere, non essendo emerso un qualche interesse concomitante – fosse anche economico – dell’indagato a coadiuvare Fraone ed i La Rosa, al di fuori della mera condivisione di logiche delittuose». Lo stesso è finito ai domiciliari in quanto ultrasettantenne.

Giornalista
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