Spaccio a Lamezia, turni h24 nel quartiere rom per smerciare la droga

VIDEO | Dalle indagini dell’operazione della Guardia di Finanza di Lamezia Terme “Scacco alla Regina” emerge il sistema messo su da dietro le sbarre per la gestione anche con minorenni di una vera e propria centrale di spaccio

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di Tiziana Bagnato
13 novembre 2019
17:35
Lo spaccio di droga a Lamezia
Lo spaccio di droga a Lamezia

L’hanno chiamata "Scacco alla regina” perché il deus ex machina era una donna di cinquanta anni reclusa in carcere, ma che da dietro le sbarre gestiva un ben avviato traffico di stupefacenti all’interno del quartiere Ciampa di Cavallo di Lamezia Terme.

Gli indagati

Sono 19 le ordinanze di custodia cautelare emesse al termine dell’operazione condotta dai Finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, coordinati dalla locale Procura della Repubblica con l’impiego di oltre cento baschi verdi della provincia e di altri reparti della Calabria. Nel mirino della Procura sono finiti: Caterina Butruce, Sandro Bevilacqua, Daniele Amato, Fabrizio Berlingieri, Marcello e Tonino Amato, Annamaria Pani, Angela Franceschi, Hans Georg Holzhausen, Antonio Palermo, Antonio Galiano, Patrizio Amato, Domenico Palmieri, Salvatore Iannazzo, Pasquale Buffone, Gianfranco Bruno, Ugo Torcasio. Coinvolti anche diversi minorenni, alcuni di età inferiore ai 14 anni e per i quali la Procura per i minorenni di Catanzaro ha avviato le procedure per la richiesta di decadenza della potestà genitoriale.


La centrale dello spaccio


Quella portato in superficie è una vera e propria centrale di spaccio di cocaina ed eroina che avveniva nel quartiere rom h24 tanto da avere portato alla costituzione di un vero e proprio sistema di turnazione delle vedette e di coloro che doveva cedere le sostanze. Lì tra quelle decine di appartamenti popolari abitati quasi integralmente da famiglie di etnia rom ad ogni ora del giorno e della notte veniva cedute dosi su dosi. E la clientela non mancava tanto da costringere gli spacciatori ad organizzarsi su turni e a coinvolgere i minori. Tante le intercettazioni in cui vengono ascoltati darsi contro tra loro perché la “postazione” è scoperta e c’è chi richiama la sua dose. Per loro era un vero e proprio lavoro tanto da invitarsi l’uno l’altro ad andare “a lavorare”.

Le indagini

Fondamentali nelle indagini le intercettazioni che hanno portato alla luce un lessico costruito ad hoc per comunicare ciò che doveva essere rifornito e distribuito: latte, latte parzialmente scremato, vino, birra alcuni dei termini utilizzati. In quattro casi gli spacciatori erano anche percettori di reddito di cittadinanza mentre in altri vivevano in nuclei che ne erano beneficiari. Sono in corso accertamenti patrimoniali per procedere poi ad eventuali sequestri.

Coinvolti anche ragazzini


«Il dato più allarmante è quello del coinvolgimento dei minori – ha detto in conferenza stampa il procuratore di Lamezia Salvatore Curcio - impiegati senza alcun ritegno nello spaccio di cocaina ed eroina». «L’operazione è partita a febbraio 2019 – ha spiegato poi il tenente colonnello Crisci – con il monitoraggio della cosiddetta “signora della Ciampa” e abbiamo constatato come attraverso una nipote minorenne gestisse il traffico nel quartiere dando precise indicazioni. Le indagini si sono chiuse a giugno».  E non sono mancati gli screzi legati agli ammanchi di denaro. La “regina” nel carcere di Castrovillari viene informata che dei cinque mila euro che dovevano esserle dati i rom glie ne hanno fatti avere solo tre: «Sono troppi imbroglioni questi zingari» dice intercettata.

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