Vaccini, Regione e Asp ai ferri corti: sempre meno dosi, vacilla anche la provincia di Catanzaro

Sul piede di guerra i medici di famiglia che si sono visti assegnare meno della metà delle fiale richieste. Ma la Protezione civile non arretra: «Gestione centralizzata è necessaria»

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di Luana  Costa
31 maggio 2021
16:41

Frizioni, disfunzioni ma la Protezione civile non arretra di un millimetro sul nuovo sistema centralizzato di distribuzione dei vaccini introdotto una decina di giorni fa dopo aver appurato un disallineamento galoppante tra le dosi somministrate e quelle registrate in piattaforma. Al 18 maggio il gap si attestava a quasi 38mila dosi "scomparse", 37.886 per la precisione, e iniziava ad aleggiare lo spettro di una estrema discrezionalità nella somministrazione dei vaccini. «Le registrazioni dovrebbero essere completamente allineate - spiega oggi il dirigente della Protezione civile, Fortunato Varone -. Abbiamo trasmesso a Poste Italiane i file che ci hanno inviato le Asp con quasi 20mila nomi mancanti, questi sono stati caricati sul sistema e il dato dovrebbe ora essere allineato».

Catanzaro vacilla

Da qui la stretta che ancora oggi però continua a creare frizioni tra la Regione e le aziende sanitarie provinciali calabresi che si sono viste imporre un controllo capillare fin dentro le farmacie ospedaliere. E se nelle scorse settimane a lamentare carenze di dosi erano state le province di Cosenza e Reggio Calabria, oggi anche quella di Catanzaro inizia ad incassare i colpi di un sistema che tiene principalmente conto delle prenotazioni effettuate in piattaforma e sulla base di quelle determina le distribuzioni territoriali. Lo conferma a chiare lettere il capo della Protezione Civile: «Noi distribuiamo i vaccini sulla base delle prenotazioni di prima e seconda dose ma se poi queste vengono inoculate a persone che non sono inserite nella piattaforma chiaramente il sistema va in difficoltà perchè mancano i vaccini».


Medici sul piede di guerra

Sul piede di guerra, infatti, questa mattina i medici di medicina generale che si sono visti assegnare meno della metà delle dosi richieste e utili alla programmazione settimanale. Giovedì avevano avanzato richiesta di 600 flaconi di vaccini mentre ne sono stati autorizzati solo 200. Il taglio delle dosi rientra sempre nel principio applicato dalla Protezione civile che assegna priorità alle prenotazioni in piattaforma mentre i medici di medicina generale ne operano al di fuori. Lo stesso Fortunato Varone ha confermato che le assegnazioni di vaccini al di fuori della piattaforma avvengono in percentuali inferiori, circa il 20%

Taglio ai vaccini

Una circostanza che ha però determinato una levata di scudi, soprattutto perchè - almeno in provincia di Catanzaro - l'azione dei medici di base si è rivelata decisiva nella vaccinazione degli over 80, che ha raggiunto percentuali superiori al 90%, e delle categorie fragili. Resta, tuttavia, ferma la posizione della Protezione civile: «Bisogna che ci sia un governo centralizzato per poter organizzare la distribuzione e le Asp si devono attenere alle prenotazioni per come previsto dalla piattaforma». Una determinazione che se dapprima era dettata dalla necessità di disincentivare somministrazioni fuori piattaforma, adesso lo è altrettanto per la gestione delle scorte.

Azzerate le scorte

La Calabria in tal senso ha scalato la classifica e dopo mesi trascorsi da fanalino di coda è oggi riuscita ad attestarsi in linea con le percentuali nazionali nel rapporto tra vaccini consegnati e somministrati. Ma la forte accelerazione impressa ha, di converso, polverizzato le scorte di magazzino che si attestano ormai a poche centinaia. «Quando la Calabria era al 65% con una media di 5mila vaccinazioni al giorno il sistema non andava sotto stress perchè poteva contare sulla presenza di circa 60mila vaccini nei frigoriferi» precisa Varone. «Oggi che il sistema è quasi al 94% le scorte sono di molto inferiori e sono sufficienti appena per tre giorni lavorativi».

L'incognita AstraZeneca

In molte aziende serperpeggia, infatti, il timore di non riuscire a garantire la seconda somministrazione, soprattutto, per il siero AstraZeneca inoculato in queste settimane in dosi massicce a tutti i target di popolazione ma che inizia a scarseggiare anche su scala nazionale e, di conseguenza, anche nella ripartizione tra le regioni. Sul punto la Protezione civile ha inteso rassicurare: «Noi lavoriamo anche in proiezione sul sistema della logistica. Chi lavora all'interno del sistema vaccini si deve fidare perchè i vaccini vengono consegnati settimanalmente. Chiaramente, non potrenno più godere del cuscinetto assicurato dalle scorte ma noi sappiamo che, ad esempio, arriveranno 100mila dosi di Pfizer in settimana e queste saranno distribuite e dovranno essere utilizzate per le prenotazioni sulla piattaforma».

 

Conclusione della campagna

Prevale, dunque, l'ottimismo soprattutto dopo il superamento della soglia psicologica di un milione di dosi inoculate: «Esattamente oggi siamo ad un milione e 40mila dosi - ha specificato ancora Varone -. La deadline è finire la somministrazione delle prime dosi entro fine giugno e concludere la campagna vaccinale entro fine agosto».

Giornalista
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