Il vescovo Morosini suona la sveglia ai calabresi: «Siate protagonisti»

VIDEO | L'alto prelato che guida la diocesi reggina interviene sui temi più caldi, dall'immigrazione ai rischi del regionalismo differenziato. E sull'accoglienza striglia la politica

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di Giovanni Verduci
7 febbraio 2019
14:21

Sono parole forti quelle di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini. Sono parole che vogliono squarciare il velo su alcuni dei temi più caldi della politica nazionale e locale. Il dramma dei migranti, il disinteresse della politica, il protagonismo di alcuni uomini di governo che, imbracciando il Vangelo, parlano alle masse minacciando il pericolo di un’invasione da parte di chi è diverso da noi per colore della pelle, religione o cultura.

L’arcivescovo di Reggio Calabria non ha remore e si richiama ai testi sacri per entrare nel dibattito politico. "Ero pellegrino e mi avete accolto", così recita un passo del Vangelo secondo Matteo, «una pagina che – secondo il presule – ancora oggi da fastidio a qualcuno o qualcuno non vuole capire».


Per l’arcivescovo Morosini non tutto è sbagliato. Quando l’Italia alza la voce, soprattutto nei confronti dell’Europa, non sempre ha torto. Perché, e questo è un dilemma irrisolto della politica moderna, l’indecisione dei grandi spesso finisce per penalizzare chi è meno forte.

 

«Sono convinto - dice il vescovo Morosini - che l’Italia, quando ha alzato la sua voce affinché l’Europa si senta più coinvolta, avesse ragione».

Nel ragionamento del prelato non manca un passaggio sul regionalismo differenziato. Una riforma che potrebbe allargare il divario fra il Nord ed il Sud del Paese e che, per Giuseppe Fiorini Morosini, deve essere affrontata con il principio dell’unità territoriale come stella polare. «Esiste una questione - prosegue il vescovo della diocesi reggina - che è la questione Italia dalla quale o si esce tutti assieme o non si esce».

L’ultimo richiamo è ai calabresi, ai quali chiede più coraggio, ed alla classe dirigente regionale che invita ad una corretta spesa dei fondi europei.

«Ai calabresi - conclude il prelato - dico di ritornare ad essere protagonisti del proprio futuro, mentre invito la politica a fare più attenzione nell’uso dei finanziamenti europei».


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