Otto milioni e mezzo di euro di “produzione” mensile, 400 unità impiegate in cantiere, 999 finestre istallate, 3427 metri quadrati di facciate vetrate completate, 289 degenze alle finiture conclusive, unità di trattamento dell’area già alloggiate sul tetto. Si presenta così, ad oggi, il costruendo ospedale della Sibaritide, in regime di concessione tra la Regione Calabria, il concedente, e la D’Agostino Spa, la società che lo sta costruendo e che lo avrà in gestione per 25 anni dall’entrata in esercizio.
Le telecamere del network LaC sono entrate nella pancia del cantiere di contrada Insiti, area baricentrica di Corigliano Rossano dove l’ospedale della Sibaritide sta sorgendo, per verificare, “toccare con mano lo stato di avanzamento dei lavori e quindi il rispetto del cronoprogramma che prevede la consegna del polo sanitario per ottobre 2026. Poco più di un anno di lavori, quindi, prima della consegna.

Ad oggi, l’ospedale, ad occhi profani – quindi non prettamente tecnici – offre una prospettiva avanzata. Il servizio sanitario sarà erogato nei piani -1 (il piano -2 sarà prettamente tecnico), 0, 1 e 2. Al piano 0 e 1 corsie e degenze sono alla fase conclusiva (pavimentazione ecc.), ma quello che balza subito agli occhi è l’involucro esterno: un “guscio” di finestre azzurre su sfondo grigio scuro e poi le immense vetrate.

Un giro immenso

Accompagnati dal project manager dell’ospedale della Sibaritide, Domenico Petrone, un po’ in tutta l’area cantiere, si nota il brulichio delle maestranze in ogni anfratto della struttura, intenti a realizzare massetti, pareti vetrate, impianti, stanze di degenza.
In alcune di queste, completate anche per verificare materiali, si nota subito l’effetto insonorizzante – chiusa la porta che dà sulla corsia – nonostante i forti rumori di un cantiere, all’interno ed all’esterno.
Le pareti delle degenze sono tutte rivestite di un materiale antibatterico – di colore diverso per ogni piano – e le stanze si presentano come una comoda camera d’albergo.
Nel su e giù per i quattro piani in cui sarà distribuita l’offerta sanitaria, ci si rende conto delle grandissime dimensioni della struttura.

Diamo i numeri

Dall’interno – ma visibilmente anche dall’esterno – l’ospedale offre la sensazione di essere “enorme”. Una volta concluso ospiterà 377 posti letto. Il nuovo polo sanitario sarà uno “smart hospital”, ovvero un ospedale intelligente che massimizzerà la produttività. Volendo “dare i numeri”, l’ospedale della Sibaritide si estende complessivamente su una superficie di 130mila mq, una superficie coperta di 121.270. Il presidio in sé si sviluppa su 60mila mq con 64mila mq di superficie verde e 31mila di parcheggi.
Al Piano -1
sono previsti la predisposizione per la medicina nucleare, il centro trasfusionale, anatomia patologica, laboratorio analisi ed il servizio di sterilizzazione.
Al piano 0 l’emodialisi (24 posti letto), l’area di prericovero, la degenza di psichiatria (16 pl), il day hospital oncologico (8pl) e quello medico (10 pl), l’endoscopia, tutta l’area per la diagnosi per immagini (tac, risonanze magnetiche rx ecc), il pronto soccorso con l’obi (10 pl) ed il poliambulatorio.
Al primo piano saranno allocate medicina d’urgenza (10 pl), neurologia e stroke unit (14 pl), urologia (10 pl), ortopedia (20 pl), pneumologia (14 pl), terapia intensiva (10 pl) e sub intensiva (16 pl), interventistica cardiologica (emodinamica), il blocco operatorio composto da otto sale operatorie, il day surgery oculistico ed otorinolaringoiatrico (14 pl), la cardiologia (18 pl) con l’unita di terapia intensiva coronarica (7 pl) e la chirurgia generale (28 pl).
Al secondo piano saranno concentrate ostetrica e ginecologia (43 pl), terapia intensiva neonatale e nido, pediatria (14 pl +2 obi), il complesso parto, l’area per la formazione, la riabilitazione (20 pl) e la medicina generale-nefrologia (40 pl).
La programmazione, ovviamente, spetta all’Azienda sanitaria di Cosenza che distribuirà realmente i posti letto in base all’atto aziendale e di riflesso alla programmazione della rete ospedaliera predisposta dalla Regione Calabria.

Il ruolo di Petrone

Petrone ormai dal 2021 “combatte” quotidianamente per condurre l’ospedale all’appuntamento programmato del 2026. Ingegnere di 39 anni, si è laureato a Bologna e poi ha iniziato a lavorare in giro per il mondo – tra cui alcuni anni in Cile – e nel centro-nord Italia. Incarna alla perfezione lo spirito fusionista della città nuova: di madre rossanese e padre coriglianese, nato a Rossano e cresciuto a Corigliano, per il momento – certamente fin quando la sua mission non sarà esaurita – vive a Rossano.
In questi anni è stato una sorta di parafulmine per tutto, per i problemi che non sono mancati – come lo stop del lavori per un anno e mezzo a causa della variante progettuale che proietterà lo smart hospital nel 2025 ma progettato inizialmente tra il 20017 e il 2019, quindi in fase pre pandemica – ma anche per l’accelerata, e relativo recupero temporale, che dovrebbe consentire la consegna nella tempistica prevista.

Il cronoprogramma

Andando su è giù per la struttura, indubbiamente ci si rende conto che c’è ancora tanto da fare, circa il 50% della commessa. Ma l’obiettivo è giungere al 70% entro la fine del 2025 per poi concludere, come accennato, entro ottobre 2026.
Peraltro – elemento da non sottovalutare nelle dinamiche temporali – il presidente/commissario Roberto Occhiuto, vorrebbe poter giocare la carta ospedali (della Sibaritide, della Piana) all’appuntamento con le prossime elezioni regionali, anche grazie ad i super poteri ottenuti per la gestione del sistema ospedaliero. In questa fase, però, la fretta potrebbe rappresentare un problema, giacché dalla consegna chiavi in mano della struttura (ottobre 2026) all’entrata in esercizio (?) ce ne passa. Il rischio è quello, quindi, di giungere alle elezioni con un bellissimo ospedale da mostrare al mondo, ma ancora chiuso.

I rebus: l’entrata in esercizio ed i sottoservizi

L’entrata in esercizio, quindi un primo paziente ricoverato, resta dunque – al momento – ancora un rebus tutto da decifrare: conclusa la struttura ci sarà da trasferire a Insiti i reparti dagli ospedali Giannettasio e Compagna. I ben informati ipotizzano almeno un anno per il primo ricovero, quindi, il 2027 se tutto andrà liscio. E con un’incognita ancor maggiore: la carenza di personale cronica – soprattutto medici – da dover colmare.
Peraltro, un’altra partita tutta da giocare in parallelo – questa volta tra Regione Calabria e Comune di Corigliano Rossano – è quella dei sottoservizi, dalla strada che collega l’ospedale alla statale 106, agli impianti idrici ed a quelli di depurazione ed un’ipotizzata stazione ferroviaria prevista e programmata inizialmente (nel 2007) in prossimità dell’ospedale (la linea ferroviaria viaggia in parallelo alla 106) ma sparita nel nulla. In ottica sottoservizi la Regione ha stanziato un extrabudget da 22 milioni di euro per il sistema fognario che sembra, però, rimasto ancora sulla “carta”.
Insomma, da qui ad ottobre 2026 di acqua sotto i ponti ne dovrà ancora passare tantissima, nella speranza che passato il santo (le elezioni regionali) non passi la festa (l’entrata in esercizio)

Petrone: «Giungeremo in tempo all’appuntamento»

«Allo stato attuale – spiega a LaC News 24 Domenico Petrone stiamo rispettando il cronoprogramma, e da qualche mese abbiamo superato abbondatemente la soglia della 40% dello stato di avanzamento lavori. Il nostro obiettivo, da qui a fine anno, è quello di centrare il 70% di avanzamento fisico di tutto l'appalto. In questi mesi sono impiegate oltre quattrocento persone che si muovono per tutto il cantiere. Con l’arrivo del caldo torrido probabilmente suddivideremo il lavoro in più turni per garantire condizioni di lavoro adeguate».
«Da tempo – spiega ancora il project manager di D’Agostino – stiamo superando il tetto dei 5 milioni di produzione e viaggiando ad una media di 8 milioni e mezzo al mese, quindi siamo perfettamente in linea con la produzione programmata. Questi dati, ad oggi, ci lasciano ben sperare nel completamento dell’opera nei tempi previsti».

«Ma c’è ancora tanto da fare»

«L'ospedale, allo stato attuale – sottolinea Petrone – è in una fase davvero molto molto avanzata, però c'è tanto da lavorare. Certo, qualche insidia può sempre celarsi nella realizzazione di un’opera come questa, ma continueremo a mantenere alta la guardia e la concentrazione». Anche per questi motivi l’azienda ha in magazzino circa 10milioni di materiale che progressivamente viene rimpinguato e utilizzato nei lavori.
«Da parte nostra, da parte dell’azienda concessionaria – conclude Domenico Petrone – stiamo facendo il nostro, in modo tale da poter arrivare alla conclusione dei lavori rispettando quelli che sono i tempi».

Insomma, l’azienda interessata a concludere l’infrastruttura sta facendo il «suo». Ma quanti dubbi – che esulano ovviamente dalla costruzione e dalla gestione – ancora aleggiano sull’unico vero e reale obiettivo, al di là di campagne elettorali, impegni, promesse e speranze: l’entrata in funzione dell’ospedale della Sibaritide.

Arrivederci a ottobre 2026.