Violenza sulle donne, il caso di Maria Antonietta potrebbe cambiare le norme sui risarcimenti

Il presidente del gruppo Dire chiede indennizzi adeguati. «Sistema italiano carente, lo Stato non lasci sole le vittime»

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31 luglio 2020
17:45
Maria Antonietta Rositani
Maria Antonietta Rositani

«La vicenda di Maria Antonietta Rositani deve servire affinché lo Stato italiano adotti finalmente – attraverso una legge nazionale – misure adeguate di risarcimento per le donne vittime di violenza, dando seguito alle raccomandazioni del Grevio, il Gruppo di esperte sulla violenza contro le donne del Consiglio d'Europa, e alla recente sentenza della Corte europea di giustizia su questa materia».

Ad affermarlo in una nota stampa è Antonella Veltri, presidente di D.i.Re-Donne in rete contro la violenza.


 

«La Corte europea di giustizia il 16 luglio scorso è intervenuta con un parere richiesto dalla Corte di Cassazione per dirimere una controversia circa l'ammontare del risarcimento concesso dallo Stato italiano a una donna di un altro paese europeo vittima di violenza sessuale in Italia, in base a quanto previsto all'art. 12 della direttiva europea 2004/80 – spiega Elena Biaggioni, avvocata penalista referente del Gruppo avvocate di D.i.Re – che è stato ritenuto non equo».

 

Secondo quanto stabilito da tale sentenza (la n. 566) un indennizzo forfettario concesso alle vittime di violenza «non può essere qualificato come “equo ed adeguato”, ai sensi di tale disposizione, qualora sia fissato senza tenere conto della gravità delle conseguenze del reato per le vittime, e non rappresenti quindi un appropriato contributo al ristoro del danno materiale e morale subito».

 

«Le carenze del sistema italiano in materia di risarcimento delle vittime di violenza sono state anche rilevate dal Grevio – prosegue Biaggioni – che nel suo Rapporto sull'applicazione della Convenzione di Istanbul in Italia ha raccomandato allo Stato italiano di adeguarlo a quanto previsto dalla Convenzione».

 

«Maria Antonietta Rositani dovrà seguire terapie lunghe e costose per riacquistare la mobilità e superare le conseguenze delle gravi ustioni riportate dopo l'aggressione subita dal marito, evaso apposta per ucciderla dagli arresti domiciliari a cui era stato condannato per le violenze pregresse sulla donna - ricorda Veltri –. Il Governo e il Parlamento diano un segnale forte a Maria Antonietta e alle tante donne che subiscono violenza, un segnale di responsabilità piena da parte dello Stato: visto che non riesce a proteggerle dalla violenza maschile, almeno non le lasci sole quando cercano con fatica di riprendere in mano la propria vita – conclude la presidente di D.i.Re –. Una legge nazionale che stabilisca risarcimenti adeguati alla gravità e pervasività della violenza di genere non è più rinviabile».

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