Inchiesta sui lavori del lungomare e pineta di Nicotera: quattro indagati
La Procura di Vibo Valentia con il pm Concettina Iannazzo chiude le indagini preliminari e ipotizza gravi irregolarità nell’esecuzione dell’appalto
Avviso di conclusione indagini da parte della Procura di Vibo Valentia per quattro indagati coinvolti nell’inchiesta della Guardia di Finanza sulle irregolarità dell’appalto del Waterfront (lungomare) e della pineta di Nicotera Marina. Gli indagati sono: Carmelo Ciampa, 61 anni, in qualità di responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Nicotera; Gaetano Artusa, 48 anni, di Vibo, in qualità di direttore dei lavori; Raffaele Galati, 35 anni, di San Costantino Calabro, amministratore unico della ditta appaltatrice; Franco Pagano, 59 anni, ex sindaco di Nicotera.
Truffa aggravata ai danni dello Stato è il reato contestato dal pm Concettina Iannazzo nei confronti di Raffaele Galati, il quale rappresentante della ditta “Chiarello Group srl” ha partecipato alla procedura di gara relativa alla progettazione ed esecuzione dei lavori di completamento, recupero e riqualificazione del Water front ed al recupero della pineta di Nicotera Marina, bandita dal Comune di Nicotera. Secondo l’accusa, l’imprenditore “con artifici e raggiri” avrebbe falsamente attestato la sussistenza in capo alla ditta di requisiti in realtà inesistenti come l’avere la disponibilità di attrezzature e macchinari di proprietà, l’impego di personale dipendente dell’impresa e la garanzia in ordine allo svolgimento di tutte le fasi dell’opera senza ricorrere a noli a caldo o subappalti. Tale falsa attestazione, ad avviso del pm, avrebbe permesso alla ditta “Chiarello Group srl” di offrire delle condizioni economiche e di tempo di esecuzione dei lavori di gran lunga più vantaggiose di quelle offerte dalle altre ditte partecipanti alla gara, inducendo in errore la commissione aggiudicatrice che la preferiva alle ditte concorrenti. In tal modo la ditta di Raffaele Galati si sarebbe procurata un ingiusto profitto consistito nell’aggiudicazione dell’appalto e nell’incameramento delle somme previste, per un ammontare pari a 408.223,68 euro. La condotta delittuosa si sarebbe consumata dal luglio 2015 all’agosto 2016.
Abuso d’ufficio è invece il reato contestato a Carmelo Ciampa il quale – in qualità di responsabile dell’Ufficio tecnico comunale – “in totale e macroscopica violazione della normativa sugli appalti pubblici” avrebbe intenzionalmente procurato a Raffaele Galati un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nell’aggiudicazione dell’appalto e nell’incameramento di parte della somme previste, per un ammontare pari a 408.223,68 euro.
In particolare, a Carmelo Ciampa il pm contesta di: aver validato il progetto esecutivo in violazione della legge che “esclude che il rup possa eseguire la validazione qualora abbia preso parte alla stesura della progettazione dell’opera, come nel caso di specie”; aver adottato il 22 settembre 2015 una nota con la quale attestava lo svolgimento dell’istruttoria relativa alla verifica di congruità dell’offerta da parte della Chiarello Group srl per come richiesto dalla commissione giudicatrice che l’aveva ritenuta anomala (costo ribassato del 30% rispetto alla base d’asta ed in un periodo di tempo inferiore ai 60 giorni rispetto ai 180 previsti contrattualmente), accogliendo le giustificazioni della ditta nonostante le stesse si presentassero generiche, non documentate e modificative di quanto dichiarato in fase di offerta; aver adottato la determinazione con cui si aggiudicava definitivamente alla Chiarello Group l’affidamento della progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori; l’aver stipulato con la ditta il contratto di appalto “a misura” in violazione della legge che imponeva che il contratto venissse stipulato “a corpo”; aver approvato due stati di avanzamento dei lavori emessi dalla Chiarello group srl nonostante gli stessi fossero – ad avviso del pm – incompleti, sintetici e non rispondenti ai requisiti di legge; l’aver omesso di compiere l’istruttoria sull’ammissibilità della variante che modificava considerevolmente le quantità di lavorazioni già previste nel progetto esecutivo, così consentendo la realizzazione di un’opera diversa da quella sulla quale si era svolto il confronto concorrenziale; l’aver omesso di effettuare i dovuti controlli a seguito della comunicazione di subappalto trasmessa dalla ditta il 15 dicembre 2015 e di attivarsi per la risoluzione del contratto.
Solo il 7 novembre 2016, quindi, il Comune di Nicotera ha adottato una nota con la quale veniva disposta la sospensione dei mandati di pagamento per le somme ancora non dovute.
Concorso in frode nelle pubbliche forniture è poi il reato contestato a Raffaele Galati e Gaetano Artusa, quest’ultimo direttore dei lavori. Secondo l’accusa, a fronte degli impegni assunti, la Chiarello Group srl realizzava opere in tutto o in parte difformi da quelle convenute presentando le stesse minori caratteristiche quantitative e qualitative con difformità riscontrate in particolare nella pavimentazione stradale, nell’impianto di irrigazione e nel verde pubblico. Lavorazioni non conformi al progetto esecutivo appaltato quantificate in 95.147,31 euro ed assentite dall’ingegnere Gaetano Artusa nei Sal emessi.
Al solo Raffaele Galati viene poi contestato di aver dato – dal novembre 2015 al 2 ottobre 2016 – subappalti a cinque ditte in assenza dell’autorizzazione dell’amministrazione comunale di Nicotera.
Violazione di sigilli è l’altra ipotesi di reato formulata nei confronti di Carmelo Ciampa poiché in seguito alla sottoposizione a sequestro preventivo del cantiere edile sito a Nicotera Marina – disposto dal gip del Tribunale di Vibo ed eseguito il 27 ottobre 2017 dalla Guardia di Finanza – avrebbe violato i sigilli apposti, autorizzando una ditta ad eseguire dei lavori alla rete fognaria, sull’area sottoposta a sequestro, in assenza della necessaria autorizzazione da parte dell’autorità giudiziaria.
All’ex sindaco Franco Pagano ed a Carmelo Ciampa viene infine contestata l’abusiva occupazione di spazio demaniale in quanto – in assenza del titolo abilitativo – avrebbero arbitrariamente occupato, mediante la concessione dell’appalto relativo ai lavori di completamento, recupero e riqualificazione del Water front e del recupero della pineta di Nicotera Marina, l’area interessata dai lavori da ritenersi suolo demaniale marittimo.
Tutti gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per chiedere al pm Concettina Iannazzo di essere interrogati o presentare eventuali memorie difensive attraverso i rispettivi legali.