In vacanza sul litorale ionico reggino dalla Lombardia, le due amiche e lettrici, sono state accolte da Tonino Tringali, proprietario dell’immobile in cui si trova la stanza in cui visse, durante l’esilio, lo scrittore piemontese
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Raffaella Corradini arriva da Busto Arsizio. Per lei non è la prima volta in Calabria ma è la prima volta nel sud della nostra regione, nel reggino. Con lei c'è anche Piera Lamperti che arriva da Dairago, un paesino nella città Metropolitana di Milano. Lei, invece, inizia proprio dal reggino, da Brancaleone, la scoperta della Calabria, dove prima non era mai stata.Condividono le vacanze e anche la passione per la lettura. Ecco perchè non passa inosservata, nella cittadina ionica sul mare, la presenza della casa in cui fu confinato lo scrittore Cesare Pavese.
«È stato davvero emozionante trovarci lì dove Pavese era stato ed è stato davvero interessante ascoltare Tonino Tringali - racconta ancora Raffaella Corradini - che ci ha fatto da guida, raccontandoci anche come e perché preserva, nella sua proprietà, la stanza in cui visse Pavese, aprendolo al pubblico. Davvero notevole. Sono uscita dalla casa del confino con il desiderio di leggere “Il Carcere” che Pavese scrisse ispirandosi alla permanenza a Brancaleone. Lo andrò subito a cercare».
«Da convinta antifascista, scoperta questa casa del confino ho desiderato subito di visitarla. L'ho sentito un dovere. In realtà - racconta Piera Lamperti - avevo intuito un legame tra Brancaleone e lo scrittore già dopo aver notato che la biblioteca comunale era a lui intestata. Di lui ho letto, tra gli altri, il "Mestiere di Vivere" che Tonino Tringali ci ha raccontato essere stato il diario che Cesare Pavese iniziò a scrivere proprio qui a Brancaleone».
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