Antimafia, Saffioti: «Denunciare è stato un premio non un prezzo»

Il testimone di giustizia intervenuto in occasione della Giornata dell’anti ‘ndrangheta a Catanzaro: «Volevo dimostrare che si può condurre una vita normale, l’ho fatto per 17 anni»

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di Redazione
13 dicembre 2018
14:14
Gaetano Saffioti
Gaetano Saffioti

«Voglio sfatare un luogo comune, quello per cui quando si denuncia la criminalità organizzata si fa una vita di sofferenza e c’è un prezzo da pagare: io quasi quasi dico di aver ricevuto un premio». Lo ha detto l'imprenditore di Palmi (Reggio Calabria), Gaetano Saffioti, testimone di giustizia, intervenendo alla "Giornata dell'anti-'ndrangheta" in corso a Catanzaro. Saffioti, che vive sotto scorta da molti anni, ha portato la sua testimonianza di denuncia contro la 'ndrangheta in apertura dei lavori dell'evento, organizzato dal presidente della commissione antimafia del Consiglio regionale, Arturo Bova. «Se tornassi indietro - ha proseguito Saffioti - rifarei la stessa scelta non una ma un milione di volte. Non voglio convincere nessuno, semplicemente voglio rendere tutti consapevoli che è possibile denunciare se vogliamo il bene della Calabria e dei nostri figli. Non possiamo aspettare sempre la fatina con la bacchetta magica ne' è giusto scaricare il peso della lotta alla criminalità organizzata solo sullo Stato, che comunque fa. Penso che con il contributo e la responsabilità dei cittadini e con la sinergia con lo Stato si possa liberare la Calabria».

«Siamo noi che scegliamo»

 L'imprenditore della Piana di Gioia Tauro ha poi aggiunto: «La 'ndrangheta non sono più quattro straccioni, e fa paura, ma penso che c’è una paura ancora più forte, quella di non aver fatto nulla per cambiare le cose e per lasciare in eredità un paese migliore. A mio avviso, questa paura e questo rimorso devono convincere a fare qualcosa. Non ci sono più alibi. Oggi lo Stato c’è e assiste: ai miei tempi scelsi di non accedere all'assistenzialismo perché volevo far passare il messaggio che si può fare una vita normale, e questo l'ho dimostrato per 17 anni. Siamo noi che scegliamo: la 'ndrangheta come la corruzione esistono perché lo consentiamo noi con le nostre debolezze. La Calabria - ha concluso Gaetano Saffioti - non si svilupperà mai fino quando ci sarà il nostro atteggiamento complice».


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