Bando grandi eventi, le associazioni escluse si rivolgono a Tar e procura

VIDEO | Con una conferenza stampa a Lamezia hanno annunciato di aver intrapreso la via giudiziaria contro quell'avviso che sarebbe intriso di irregolarità e lacune. «Non una vicenda personale, ma ormai una battaglia di settore»

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di Tiziana Bagnato
11 giugno 2021
22:50

Dopo le stilettate mediatiche, le denunce a mezzo stampa e social, le lettere e le pec, arriva anche la magistratura nella complessa vicenda legata all’avviso pubblico per il marchio grandi eventi 2020. A Lamezia Terme durante una conferenza stampa i rappresentanti di Assomusica e Agis, nonché registi di storiche rassegne come Ama Calabria e Fatti di Musica, insieme a Sergio Gimigliano per il Peperoncino Jazz Festival, hanno annunciato di avere fatto ricorso al Tar e di avere sporto denuncia contro quell’avviso in cui le ombre di illegittimità e le lacune sarebbero tantissime. 

In commissione esperti in dissesto idrogeologico

Dalla commissione giudicatrice costituita dopo la scadenza dei termini del bando, alla sua composizione, tutti esperti in dissesto idrogeologico e protezione civile, nessuno in spettacolo, eventi o cultura. E poi ancora il rifiuto del presidente f.f. Spirlì di ricevere le associazioni escluse dal bando o di dare spiegazioni. Spiegazioni ad esempio sull’annullamento della prima graduatoria poi stravolta nella seconda. E poi, ancora, documenti spariti e poi ritrovati, il reinserimento della rassegna Fatti di Musica in graduatoria, ma senza fondi “perché terminati”.


«La graduatoria definitiva è stata pubblicata senza che fosse ancora stato consentito l’accesso agli atti a chi ne aveva fatto domanda», ha spiegato Ruggero Pegna che non ha esitato a parlare di “induzione a comportamente fraudolenti”. C’è poi la questione degli eventi che si sarebbero dovuti svolgere nel pieno delle restrizioni della pandemia, fino a «soggetti riammessi con un codicillo che spiega che sono in corso verifiche in merito alla realizzazione o meno dell’evento stesso».

«Una battaglia di settore»

La questione è anche economica: «Il 90 per cento dei fondi necessari alla realizzazione della rassegna doveva essere dato in anticipo per consentire le attività. Tutto è strato stravolto». 
«Si tratta di una vicenda non personale – ha sottolineato Gimigliano – ma che va oltre, è diventata una battaglia di settore». Una vicenda intricata e piena di buchi neri sulla quale il mondo dello spettacolo e della cultura non vuole fare spegnere i riflettori.

Giornalista
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