Il ministro della Cultura Alessandro Giuli presenta l’avviso pubblico dedicato inoltre a Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia: «La cultura al centro dello sviluppo dei territori e delle aree marginali»
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"Parliamo di un'iniziativa che nasce con l'obiettivo preciso di dotare le imprese culturali del Sud di una possibilità di crescita e di sviluppo e quando diciamo questo ci rivolgiamo soprattutto alle generazioni più verdi, ai territori, ai saperi, ai mestieri, ai linguaggi, alle idee che tengono viva una cultura ancora oggi sottorappresentata". Lo dice il ministro della Cultura Alessandro Giuli intervenendo alla presentazione dell'avviso pubblico Cultura Cresce, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura per la selezione di progetti imprenditoriali in grado di contribuire al rafforzamento del sistema delle imprese culturali e creative nelle regioni del Sud nell'ambito del Programma Nazionale Cultura 2021-2027.
"L'investimento è notevole, parliamo di 152 milioni in un intervento pensato per Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia nel caso specifico, con l'idea di far fermentare delle potenzialità ancora latenti e rispetto alle quali chi lavora, chi vuole lavorare, chi cerca un dialogo, una sollecitazione istituzionale sa dove trovarlo, qua attraverso il lavoro che Lucia Borgonzoni, Angelo Piero Cappello (Direttore Generale Creatività Contemporanea del MiC) e Nicola Macrì (Autorità di Gestione del Programma Nazionale Cultura 2021-2027 del MiC) continuano con applicazione a portare avanti".
"Il tutto - dice ancora Giuli - è in linea con la cornice del Piano Olivetti, di cui più volte ci avete sentito parlare e del quale i risultati concreti sono già tangibili. Ci sta a cuore l'accesso alla cultura da parte delle aree cosiddette "marginali", interne e bisognose, attraverso la filiera dei libri, e la cura dei musei del territorio. "Cultura cresce" sono le parole d'ordine di chi non può immaginare che lo sviluppo delle aree meno avanzate e meno rappresentate d'Italia, e aggiungo del Mediterraneo, possa avvenire senza che la cultura e il ministero della Cultura abbiano un ruolo centrale, non meno importante della diplomazia culturale grazie alla quale l'Italia si sta rivelando da anni come fondamentale per i sistemi geopolitici internazionali. Si deve partire dal presupposto che le forze vive della cultura, e la compenetrazione tra pubblico e privato, hanno ancora delle enormi potenzialità. E queste trovano la loro espressione all'interno di linee guida e di attività che il ministero della Cultura conduce, all'insegna di una visione identitaria, plurale e radicata nell'origine della nostra pluriversa civiltà mediterranea" conclude il ministro.

