La celebre ode fu scritta nel 1821 dopo la morte del generale francese dal padre del romanzo storico italiano per descrivere l'estensione delle campagne militari di Bonaparte fino al Sud Italia
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«Dalle Alpi (nella campagna d’Italia del 1796) alle piramidi (nella campagna d’Egitto del 1799), dal Manzanarre (fiume di Madrid: nella campagna di Spagna del 1808) al Reno (nelle campagne di Germania), le azioni fulminee di quell’uomo senza esitazioni seguivano immediatamente il suo improvviso apparire; agì impetuosamente da Scilla (in Calabria, dove giunse il suo dominio) al Tanai (il Don: nella campagna di Russia del 1812), da un mare (il Mediterraneo) a un altro mare (l’Atlantico)».
Questa la parafrasi (Treccani) delle strofe della celebre ode scritta da Alessandro Manzoni, appena appreso nel luglio 1821 della morte dell'imperatore Napoleone Bonaparte avvenuta “Il 5 maggio” di quell'anno sull'isola di Sant'Elena dove era stato mandato in esilio. In queste strofe il riferimento a Scilla, nel reggino, per descrivere l'estensione e l'impatto delle campagne militari di Bonaparte anche fino alla Calabria.
«Dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno; scoppiò da Scilla al Tanai, dall’uno all’altro mar».
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