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Due mari e uno Stretto: viaggio lungo le spiagge più belle del Reggino bagnate dallo Ionio e dal Tirreno

Da Bocale e San Gregorio alla Sorgente, al Lido e fino a Catona. I due litorali delineano il confine tra il mare e la Città in punta alla Calabria e all'Italia, testimoniando un forte legame da riscoprire e tutelare

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di Anna Foti
12 agosto 2021
06:35
Lido Comunale Reggio Calabria
Lido Comunale Reggio Calabria

Lambita dal mar Ionio e dal mar Tirreno, le cui onde si intrecciano nello Stretto che la unisce alla vicina Messina e quindi alla Sicilia, Reggio, punta della Calabria e dell'intero Stivale, si estende sui due versanti ionico e tirrenico che si dipanano dal litorale urbano. Vi sono, infatti, in città infatti lunghi tratti costieri di suggestiva bellezza, nonostante l'incuria diffusa, che d'estate diventano mete per chi, pur trovandosi in città, non voglia rinunciare a fare un bagno e a prendere il sole.

Le onde greche e quelle latine

Due mari e uno Stretto che ispirarono anche il poeta romagnolo Giovanni Pascoli quando insegnò nella città peloritana. 
«Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni (...) Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine; e qui si fondono formando nella serenità del mattino un immenso bagno di purissimi metalli scintillanti nel liquefarsi, e qui si adagiano rendendo, tra i vapori della sera, imagine di grandi porpore cangianti di tutte le sfumature delle conchiglie. È un luogo sacro questo. Tra Scilla e Messina(...)»,"Un poeta di lingua morta" tratta della raccolta "Pensieri e discorsi" (1914)



Lido comunale Zerbi

Un tempo stabilimento balneare, il primo al Sud costruito negli anni Venti e poco dopo intitolato all'Ammiraglio Giuseppe Genoese Zerbi, sindaco di Reggio Calabria che ne aveva avuto l'intuizione. Era molto frequentato e con una suggestiva rotonda sul mare, una spiaggia sempre affollata e una vivacità che oggi sono solo un ricordo. Adoperato dalle truppe tedesche e poi americane durante la Seconda Guerra mondiale, fu poi oggetto di un lento, costoso e ventennale ammodernamento e anche teatro della kermesse di Miss Italia nel 1974.

La Rada dei Giunchi è oggi lontana dall'essere il luogo di ritrovo che fu negli anni Sessanta. Di tempo ne è passato e restano comunque una spiaggia con un panorama unico dello Stretto ed il mare dai quali ricominciare per scrivere una nuova storia, riqualificando la struttura con quasi 800 cabine in preda al degrado e rilanciando il litorale in pieno centro cittadino dal grande potenziale, Vicino al museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e al Lungomare Falcomatà. 


Il Mare in città

Ad un passo dall'ufficio e dal centro storico il tratto basso del lungomare Falcomatà offre brevi tratti di spiaggia libera e lidi attrezzati con maggiori comodità. Un affaccio sullo Stretto molto suggestivo che tanto di giorno quanto di notte sprigiona incanto e fascino.

La Sorgente

Una conca naturale dove le giornate iniziano con la danza dei delfini, dove oltre mezzo secolo fa sgorgava una sorgente di acqua fresca che l'avanzamento del mare ha inghiottito e che ora rivive nel nome che ormai questo tratto di spiaggia ha acquisito. Una spiaggia libera che tratteggia il profilo della zona Sud della Città dello Stretto spingendosi sul versante ionico.
Grazie ai volontari questa spiaggia oggi è più pulita e accessibile, anche se ancora la strada che conduce ad essa è accidentata e attraversa un sottopassaggio non illuminato e cumuli di spazzatura giacciono lungo il percorso e nell'area dove sostano le macchine.
Solcato da imbarcazioni, i raggi del sole si fondono con le sue onde, così il mare è azzurro al mattino, argentato nel primo pomeriggio e indaco al tramonto. Una bellezza che sfida il degrado che la precede.

Tra il mar Ionio e il mar Tirreno


Reggio Calabria, in punta allo Stivale, ha una costa che si spinge fino a Bocale, San Gregorio (dove nota è anche la distesa di granelli davanti al villaggio Sabbie Bianche) passando per Pellaro sul versante ionico, fino alla Punta nota nel mondo per i suoi venti. Qui gli sport velici hanno un alleato speciale poiché il vento soffia quasi tutto l'anno. Atleti e appassionati arrivano da tutta Italia e oltre per popolare la spiaggia con la loro passione, volare sulle onde con il loro kite surf e sollevare il sipario su uno spettacolo unico sullo Stretto.

Sul versante tirrenico, passando per Gallico, la costa si estende fino a Catona cantata anche da Dante nell’VIII canto del Paradiso della Divina Commedia (vv.61-63):«e quel corno d’Ausonia che s’imborga/di Bari e di Gaeta e di Catona/da ove Tronto e Verde in mare sgorga». Qui in alcuni punti, purtroppo, la fogna contamina l’affresco di un luogo dalle atmosfere marinare che tradizioni come quella della Vela latina dello Stretto, promossa dall'associazione Antica Marineria Catonese, rendono ancora molto vive.

Qui i pescatori sostano sulla spiaggia e i bagnanti prendono il sole nei lidi ma anche tra le barche, considerandole parte integrante di un paesaggio unico e senza tempo, tuttavia sospeso tra degrado e bellezza.

 

Giornalista
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