Violenza sulle donne

Femminicidio, così i carabinieri prevengono e colpiscono: il convegno al Rotary di Polistena

VIDEO | Il colonnello Vincenzoni, comandante del Reparto crimini violenti del Ros, ha relazionato durante il congresso. Ha inoltre incontrato Maria Graziella Belcastro, la donna sequestrata nel 1988 e liberata dopo le indagini a cui contribuì perché prestava servizio in Calabria  

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di Agostino Pantano
17 novembre 2021
17:08

Violenza sulle donne, femminicidio e ruolo dell’Arma dei carabinieri. Questo il titolo del convegno che ha avuto un relatore d’eccezione: il colonnello Paolo Vincenzoni, comandante del Reparto crimini violenti del Ros.

A Polistena, su iniziativa del club Rotary, di cui è presidente Gaetano Vaccari, un confronto altamente coinvolgente che ha registrato anche il contributo del vice sindaco Giuseppe Politanò e del referente di Libera, don Pino Demasi. Significativa anche la scelta simbolica fatta dagli organizzatori, invitando anche Maria Graziella Belcastro Mammola – che nel 1988 fu vittima di sequestro di persona – testimonial d’eccezione anche lei visto che, seduta in prima fila, aveva da davanti a sé al tavolo dei relatori proprio Vaccari e Vincenzoni, che all’epoca parteciparono alle indagini che portarono alla liberazione dell’ostaggio.


Violenza d’un tempo e violenza di oggi, che il presidente del Rotary ha spiegato così: «Abbiamo ricevuto tante segnalazioni e letto parecchi articoli di giornali, che attestano come anche favoriti dalla pandemia sono aumentati i maltrattamenti in famiglia». Da qui, da questa emergenza è partita la relazione di Vincenzoni che ha ricordato «le unità specializzate istituite dall’Arma che affiancano chi denuncia e hanno una validissima capacità preventiva». Il comandante ha descritto quella che in gergo viene chiamata «catena della violenza», ovvero quell’insieme di atteggiamenti persecutori – che comunemente si chiamano stalking – possono sfociare nella violenza fisica anche estrema.

«Proprio qui – ha detto Vincenzoni – bisogna intervenire contro quelle che sono vere e proprie false riappiacificazioni, quando cioè la donna pensa che il suo aguzzino sia cambiato». Un convegno servito anche a «far capire alle donne – ha concluso Vaccari – che quanto più possibile occorre credere nella denuncia, basta anche una semplice segnalazione a volte».

Giornalista
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