Il retroscena

Cosenza, il violino di Gibboni incanta il Rendano svelando i suoi legami con la Calabria

VIDEO | Docente di musica, falegname per passione, il calabrese Vincenzo Corrado incontrò il talentuoso violinista salernitano quando questi aveva appena dieci anni: «Intuii subito che era avviato verso una straordinaria carriera internazionale» 

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di Salvatore Bruno
3 dicembre 2023
12:45

L'atteso concerto del violinista Giuseppe Gibboni promosso al Rendano di Cosenza in co-produzione dall'Associazione Musicale Maurizio Quintieri e dall'Orchestra Sinfonica Brutia con il sostegno dell'amministrazione di Palazzo dei Bruzi, ha riservato un succoso retroscena, svelando un insospettato legame affettivo tra il talentuoso artista e la Calabria. Salernitano di appena 22 anni, enfant prodige avendo intrapreso lo studio dello strumento all'età di soli tre anni, Gibboni ha vinto nel 2021 il prestigioso Premio Paganini, quarto italiano della storia ad aggiudicarsi l'ambito riconoscimento.

Incontro mai dimenticato

Ad accoglierlo all'ingresso del teatro ha trovato Vincenzo Corrado, docente di musica e liutaio di Montegiordano. I due sono legati da un curioso aneddoto. Corrado nel 2010 aveva casualmente assistito a Pomarico nel materano, ad una esibizione di un giovanissimo Gibboni, all'epoca ancora bambino, intuendone il talento e prevedendone il successo internazionale. «Continua così – lo incoraggiò Corrado al termine dello spettacolo – e vedrai che potrai arrivare addirittura ad aggiudicarti il Premio Paganini». Parole che il violinista non ha dimenticato: «Ricordo bene quell'incontro. Con la mia famiglia provammo pure gli strumenti da lui prodotti che sono magnifici – ha detto Gibboni al nostro network – Recentemente in Puglia, ho conosciuto anche suo figlio Francesco, violinista come me, con cui abbiamo ricordato con piacere quel bellissimo momento».


Il Concorso Internazionale Orfeo Stillo

Ma Gibboni è legato alla città di Cosenza, ed in particolare proprio al Rendano da un'altra circostanza. Nel 2014 infatti, da adolescente in procinto di ottenere l'ammissione all'Accademia Staffer di Cremona nella classe del maestro Salvatore Accardo, primo vincitore del Premio Paganini nel 1958, Gibboni partecipò nel teatro di tradizione del capoluogo bruzio al Concorso Internazionale Orfeo Stillo: «Poter ritornare qui è stata quindi una doppia emozione» ha detto ancora il violinista salernitano che durante la sua esibizione ha eseguito tra l'altro, il concerto per violino e orchestra n.1 in re maggiore opera 6 MS 21 di Niccolò Paganini, mai suonata prima d'ora a Cosenza.

Uno Stradivari per l'Orchestra Brutia

Gibboni è stato accompagnato dall'Orchestra Sinfonica Brutia diretta nell'occasione dal maestro Fabrizio Da Ros: «Davvero un'ottima orchestra, quello che serviva in un teatro dall'acustica magnifica come il Rendano – ha commentato Gibboni – Penso sia fondamentale per garantire una certa continuità concertistica e di rappresentazioni operistiche». Anche a Cosenza Gibboni ha suonato uno Stradivari del 1722 del valore superiore al milione di euro, da cui non si è separato neppure nel corso dell'intervista.

Il violino a cinque corde

Al teatro Rendano Vincenzo Corrado era presente per una esposizione dei suoi strumenti, prodotti nella liuteria avviata per passione da falegname autodidatta oggi guidata dall'altro figlio, Marco Corrado. Tra gli strumenti anche un violino a cinque corde, uno strumento innovativo «con una corda in più - spiega - quella del Do della Viola. Per cui è come avere in mano due strumenti. L'ho realizzato in via sperimentale seguendo il suggerimento del maestro Mauro Tortorelli». La novità è stata salutata con interesse all'evento Cremona Musica: «In molti si sono avvicinati per provarlo e adesso ne stiamo curando il lancio anche a livello internazionale - ha detto Marco Corrado - L'idea è stata di Tortorelli il quale doveva suonare in un concerto delle opere scritte dall'italo-uruguaiano Guido Santorsola, scritte sia per viola che per violino. Le cinque corde consentono di eseguirle senza cambiare strumento. Queste tavole armoniche - ha aggiunto il giovane liutaio - sono realizzate artigianalmente con legno di abeti della Val di Fiemme e acero dei Balcani, interamente a mano. Un lavoro lungo circa tre mesi, ma il risultato è straordinario». 

Giornalista
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