La casa in cui soggiornò Cesare Pavese tra il 1935 e il 1936, seppure privata, grazie alla lungimiranza di Tonino Tringali, è oggi anche un museo in cui è possibile visitare proprio la camera dove lo scrittore piemontese soggiornò. Gli altri luoghi pavesiani a Brancaleone del reggino, purtroppo, sono oggi in stato di abbandono, chiusi e inagibili. Richiedono interventi importanti e costosi per essere ristrutturati e messi in sicurezza.

Si tratta della locanda “Da Cesira”, dove lo scrittore Cesare Pavese trascorse prime notti dopo l’arrivo in paese scortato dalle forze dell’ordine, e del bar Roma adiacente che lo stesso era solito frequentare. Ma forse non tutto è perduto e anche il cartello Vendesi che campeggiava sul balcone del palazzo  sulla via principale del paese è stato rimosso ma senza che il bene sia stato venduto.

Lungimirante, infatti, anche la famiglia Autolitano Bertullo, proprietaria del palazzo che ha sottoscritto un contratto di comodato d'uso gratuito della durata di 15 anni con il Comune. Un contratto la cui attuazione è vincolata all'aggiudicazione in capo allo stesso Comune del bando sui Parchi letterari pubblicato dalla Regione Calabria e di cui si attende di conoscere gli esiti.

Determinata a rifunzionalizzare l'immobile, l'Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Silvestro Garoffolo, ha infatti partecipato con un progetto di recupero dei luoghi pavesiani. In caso di finanziamento, esso si concretizzerà nella riqualificazione della struttura ai fine di preservarne la destinazione, la memoria storica e culturale. Ciò è previsto come condizione nello stesso accordo con la famiglia che ha anche disposto che il palazzo assuma il nome di palazzo Autolitano.

L'impulso fondamentale alla progettualità è stato dato dalla Pro Loco di Brancaleone, guidata da Carmine Verduci, che ha ideato l’itinerario dei Luoghi pavesiani e che intanto ha riqualificato la parte esterna, apponendo dei fiori, dei banner e una targa che racconti la storia letteraria di quei luoghi.

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