I viaggi della speranza raccontati nel nuovo libro di Gervasi, “Dietro una porta ho atteso il tuo respiro”

Ogni anno in Italia, secondo i dati del Censis, sono 750.000 i ricoveri fuori dalla regione di appartenenza. L’avvocato riacese riflette su questa triste realtà, partendo dalla sua esperienza personale

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di Francesca Lagoteta
7 novembre 2021
22:30

Da lunedì 8 novembre esce in libreria l'ultimo libro di Giuseppe Gervasi, avvocato, poeta e apprezzato scrittore calabrese. "Dietro una porta ho atteso il tuo respiro" (Edizioni Radici Future) ci spinge a varcare la soglia della sofferenza di chi è costretto a recarsi fuori regione per ricevere le cure adeguate. Con le valigie piene di paure, ma anche di forza e speranza. Macinare centinaia e centinaia di chilometri per curarsi negli ospedali del Centro-Nord, è una triste costante per chi abita al Sud, i cui servizi sanitari, nonostante l’impegno e lo spirito di abnegazione di molti medici e infermieri, sono spesso insufficienti. Li chiamano “viaggi della speranza”. Ogni anno in Italia, secondo i dati del Censis, sono 750.000 i ricoveri fuori dalla regione di appartenenza.

Il tempo sospeso

La storia raccontata nel libro è frutto dell’esperienza personale dell’autore e di sua moglie, operata e curata in un ospedale romano. Una vicenda comune a molte famiglie, ai tanti “pendolari della sanità” che trascorrono notti in autobus per una visita, una serie di esami diagnostici o un ricovero.


Gervasi, con impareggiabile sensibilità, cattura il cuore del lettore e lo porta in corsia, tra quell'umanità varia che vive le stesse paure, i medesimi tormenti e la cui speranza si misura dal grado di avanzamento della malattia. Tra un trancio di pizza dietro l’angolo e l’attesa di un referto. Un tempo infinitamente sospeso.

Gervasi: «L’amore è la medicina più efficace»

«Il libro nasce dell'agenda di mia moglie e dalla sua intima stanza - spiega l’autore -. Racconto l'anno “imperfetto” trascorso al Policlinico Gemelli di Roma: emozioni, viaggi, storie e sofferenza. Non è stato facile per me ripercorrere quei momenti, ma la vita va amata sempre e comunque. Solo in quei luoghi “in rosa” puoi capire quanto possa essere forte una donna, quanto è stata forte Sabrina, mia moglie. Solamente in quei luoghi si comprende quanto siano importanti le piccole cose. Ma anche questa è vita, anche questo è amore: la medicina più efficace di tutte».

 

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