È vissuta a Crotone nel VI a.C. Della sua opera restano sette lettere, solo tre considerate autentiche, contengono vere e proprie massime di vita secondo l’ideale che reggeva la confraternita: l’armonia dei costumi e la giusta misura
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Teano raffigurata nella Scuola di Atene di Raffaello
La donna della quale voglio raccontarvi è vissuta a Crotone nel VI secolo a.C. ma a causa dell’insufficienza di dati, la sua esistenza non ha per noi, purtroppo, contorni netti. Sto parlando di Teano o Peano, forse moglie, forse figlia, ma, in ogni caso, discepola di Pitagora. Eppure, il grande filosofo della scuola di Crotone, a sentire Diogene Laerzio, già ricevette le proprie dottrine etiche da una donna, forse sua sorella, comunque una sacerdotessa di Apollo: Temistoclea; non ci stupirebbe, quindi, che anche quelle sul numero gli fossero pervenute da un’altra donna.
Oscurata nel tempo dal pregiudizio greco che le donne fossero incapaci di pensare, Teano riemerge dalla polvere del nostro territorio magnogreco, nel quale visse anche, come ricorda Gilles Mènages, un’altra pitagorica, Tirsenide Sibarita (insomma, una mia vicina di casa), menzionata da Giamblico, ma della quale, purtroppo, non abbiamo nessuna notizia. Chissà perché proprio delle donne c’è sempre poca o nulla documentazione: questo ne facilita la dimenticanza.
Poiché mantenere il segreto era requisito indispensabile per fare parte della scuola, chi meglio delle donne, già abituate al silenzio dalla nascita, poteva garantirlo? E così nella Crotone del VI secolo a.C. ventotto donne, accolte dalla scuola pitagorica, riuscirono a coltivare il loro talento nella speculazione filosofica, dando prova lampante di possedere, pur esse, un cervello funzionante alla pari degli uomini. Miracolo! La crotonese, la nostra Teano la più celebre secondo Porfirio, dopo la morte di Pitagora continuò a dirigere la famosa scuola filosofica.
Legata al maestro, forse, da follia amorosa nonostante l’enorme differenza di età - lui poteva essere suo padre - me la immagino bella e felice, con i capelli al vento, avvolta nella virginea veste, diretta al tempio di Hera Lacinia a Capo Colonna, dove si legherà in matrimonio al biondo chiomato di Samo, per donargli la sua giovinezza e il suo ingegno: proprio lì, in quel luogo magico in cui oggi si staglia, contro lo scoglio adagiato dai Ciclopi in quel lembo di mare Jonio, l’unica colonna superstite. La nostra matematica e cosmologa, se Pitagora passò alla storia come taumaturgo, non sarebbe stata di certo da meno, in quanto esperta di guarigioni e di arte medica, se non ne fosse stata cancellata la memoria.
Quello che ci resta di Teano è soprattutto legato alla sua saggezza e ai consigli per le donne. Eh sì! È stata la prima a praticare il counseling filosofico! Sette Lettere, delle quali solo tre considerate autentiche, contengono vere e proprie massime di vita secondo l’ideale che reggeva la confraternita e cioè l’armonia dei costumi e la giusta misura. In linea con l’ideale di perfezione circoscritto entro il limite del numero dispari: non bisogna superarlo, altrimenti si cade nell’errore.
Oggi la definiremmo una consulente perché dispensava suggerimenti soprattutto per la vita matrimoniale e educava le donne alla moderazione secondo il modello femminile del buon senso e delle virtù femminili. Insomma, emancipazione sì, ma senza esagerare! Qualcuno le chiese quanto tempo necessitasse ad una donna per purificarsi dopo un rapporto con un uomo e lei rispose: immediatamente se si tratta del proprio sposo, mai con un estraneo. Ma è anche vero che esortava le donne a spogliarsi, con i loro mariti, non solo delle vesti, ma anche del pudore.
Il dettaglio che però fa la differenza, nella storia della filosofia, è che la nostra, come riporta Stobeo in un frammento, corresse la tesi fondamentale su cui si fonda il pitagorismo, vale a dire che tutto nasce dal numero. Questa affermazione ci lascia dubbiosi. Come può tutto venire dal numero? Piuttosto sono in accordo con il numero. Ed è attraverso la partecipazione all’ordine che un primo e un secondo e il resto in modo sequenziale sono assegnati. Quindi il numero è principio essenziale della realtà, ma non la genera. Vi sembra poco?
Oggi, finalmente, la figura di Teano/Peano – o, non importa - Teanò/Peanò fa capolino in alcuni manuali di filosofia e la sua rettifica viene alla luce. Ci sono voluti secoli. Alleluia!
Ipse dixit. Lo ha detto lui! O, forse… Ipsa dixit. Lo ha detto lei? Fatto sta che la prima vera filosofa della storia era una calabrese. Niente male, vero?

