Il pittore è molto apprezzato. È capace di creare opere d'arte che, per precisione e dettaglio, riproducono una parvenza di realtà: «Mi soffermo sullo sguardo per cogliere l'anima della persona»
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«Fenomenale». «Più che un ritratto sembra una fotografia». «È un onore avere in città un artista come te».
A Palmi c’è un pittore che sbalordisce tutti per il proprio talento. Si tratta del quarantatreenne Antonino Nucifora, un maestro capace di creare opere d’arte che, per precisione e dettaglio, riproducono una parvenza di realtà.
Pennellate sapienti, giochi di luce ed ombra, che mettono in risalto i particolari, in un iperrealismo che affascina e conquista l’apprezzamento del pubblico.
«Ho iniziato da piccolissimo a dipingere, non chiedevo giocattoli ma sempre fogli e colori – spiega ai nostri microfoni Antonino Nucifora-. Ho studiato all'istituto d'arte, però ho proseguito da autodidatta. Ho approfondito olio su tela e ritrattistica. Faccio parte dell’associazione Prometeus del presidente Saverio Petitto, e ogni anno realizzo i ritratti per gli ospiti che così vengono premiati per la manifestazione "Festival dei tramonti". Anche il Comune mi commissiona delle opere, come il ritratto a Rocco Papaleo. Ho realizzato tanti dipinti pure per le varie chiese della diocesi di Oppido-Palmi. Nella parrocchia di San Gaetano Catanoso a Gioia Tauro ci sono tante mie creazioni, l'ultima che sto realizzando è il battesimo di Gesù».
Antonino Nucifora, con la propria bravura che lascia senza parole, la sua umiltà, rappresenta un vanto per la città. L’artista ha un’abilità spiccata nel dipingere ritratti che per somiglianza spesso vengono confusi per fotografie. Ne ha realizzati più di 300, alcuni di questi per personaggi famosi come: Maria Grazia Cucinotta, Rocco Papaleo, i Manetti Bros, Alba Parietti, Ornella Muti, Roberto Farnesi e Anna safroncik, da cui ha ricevuto sempre sinceri complimenti.
«Quando inizio un ritratto la prima cosa che faccio è soffermarmi sullo sguardo – afferma Nucifora -, penso sia fondamentale per la buona riuscita, perché se non curi l'espressione non riesci a cogliere l'anima della persona. Per completare l’opera ci impiego circa una settimana e utilizzo pastelli, ma anche acquarelli: li reputo più espressivi. Il mio intento è riuscire ad emozionarmi e ad emozionare. Mi dicono che sono sprecato qui e a me dispiace, perché sarebbe un peccato lasciare la nostra terra, quando ami qualcosa non puoi abbandonarla. Penso di aver ricevuto tanto, più di quanto potessi immaginare. In futuro mi auguro di continuare a fare quello che sto facendo, sperimentare e migliorarmi sempre di più».