Reggio Calabria, la comunità greco-ortodossa festeggia la Pasqua: video

FOTO | Anche la Chiesa San Paolo dei Greci in festa da ieri per la Resurrezione di Cristo. Padre Castrizio:«La nostra liturgia ricca di lingue»

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di Anna Foti
2 maggio 2021
21:06

Nell’annuncio Christos Anesti, Cristo è risorto in greco, pulsa a Reggio Calabria il cuore dell’antica Calabria Greco-Ortodossa. Anche nella chiesa di San Paolo dei Greci, nel quartiere di Sbarre in via dei Santi Italo Greci, si è rinnovata la tradizione del sacro fuoco culmine del Triduo pasquale e suggestivo segno della Pasqua orientale delle chiese ortodosse di tutto il mondo.


La Pasqua della comunità greco ortodossa

«In tutte le chiese Ortodosse del mondo, si simula quello che avviene ogni anno il Sabato Santo a Gerusalemme. Nella basilica del Santo Sepolcro il Patriarca, dopo essere stato accuratamente perquisito dagli ebrei, entra dentro il Sepolcro di Cristo con delle candele in mano che miracolosamente si accendono da sole. Poi esce e distribuisce la Santa Luce, accendendo le candele dei fedeli. Questo è il momento della condivisione della gioia della Pasqua», ha spiegato padre Daniele Castrizio, parroco della chiesa ortodossa San Paolo dei Greci di Reggio.

La luce, accesa da padre Castrizio dentro la chiesa, viene poi portata in processione fuori per la benedizione durante la cerimonia animata dai cantori guidati dal capo cantore, Sergey Tikhonov, iconografo di origini russe, e dal diacono, ormai prossimo a diventare sacerdote, Giovanni Pratticò. La celebrazione della Pasqua nel rito ortodosso si caratterizza, infatti, per il contributo essenziale reso non solo dal Patriarca ma anche da sacerdoti, diaconi, ministri e soprattutto dal coro. Nel rito cattolico latino la loro presenza è molto meno visibile.

Si celebra così la fine della Quaresima che per gli ortodossi precede la Pasqua nel segno del digiuno, con la rinuncia a carne, pesce, latticini, uova, vino e olio. Un sacrificio ferreo che, tuttavia, non deve scalfire l'essenza dell'ortodossia che in «quanto fede, deve dare pace e serenità all'anima», ha sottolineato padre Castrizio.

Riti antichi a Reggio Calabria

Un rito antico, molto atteso e sentito è seguito da una liturgia mattutina solenne e al contempo particolarmente gioiosa, scandita da canti che nella comunità di questa parrocchia sono caratterizzati da una originale varietà linguistica.

«Noi siamo una parrocchia sui generis. La chiesa ortodossa San Paolo dei Greci di Reggio ricade nel patriarcato di Costantinopoli, quindi Grecia a tutti gli effetti, ma non abbiamo mai imposto ai nostri parrocchiani la lingua greca. Dunque unitamente all'Italiano che è comunque la lingua che va conosciuta, abbiamo rispetto di tutte le culture e nella liturgie vi sono intercalari in lingua Greca, Slava ecclesiastica, Ucraina, Rumena e Georgiana. Tutti devono sentirsi a casa. La cultura religiosa potrebbe costituire un importante elemento identitario per l'intera comunità dei greci di Calabria, per preservarne la lingua. Noi siamo per altro la prima generazione in Calabria che, dopo mille anni, si riscatta dall'oppressione e della violenza di chi, dominandoci, ha cercato di cancellare la nostra identità, la nostra libertà e la nostra cultura», ha spiegato ancora padre Daniele Castrizio.

La comunità in festa

Un momento di grande condivisione per una comunità praticante che a Reggio è in crescita. Solo sul territorio comunale reggino gli ortodossi sono circa 3000, soprattutto georgiani e rumeni. I georgiani sono numerosi nella parrocchia di San Paolo dei Greci mentre i rumeni hanno come riferimento soprattutto la chiesa in via Aschenez ricadente nell'Eparchia ortodossa rumena d'Italia.

Gli Ortodossi sono, comunque, numerosi in tutta la Calabria, nel segno di quel Meridione che fu lo sbocco naturale verso l’Occidente, quando furono scosse le fondamenta dello Stato Bizantino. Tante culture, tante storie, dunque, oggi riunite per celebrare il mistero della Resurrezione di Cristo, comune alla Chiesa ortodossa e alla Chiesa cattolica latina.

La Pasqua Cristiana è festa mobile che cade la domenica successiva al primo plenilunio di primavera, ma seguendo calendari diversi, i Cattolici e i Protestanti quello Gregoriano e gli Ortodossi quello Giuliano, la celebrazione comune della Pasqua per le Chiese d'Oriente e quelle d'Occidente, dunque la loro coincidenza, è un fatto non comune. Si è verificato nel 2017 e tornerà a verificarsi nel 2025.

 

 

Giornalista
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