È stata una fumata bianca dalle sfumature contrastanti quella che ha scandito l'intesa commerciale tra Stati Uniti e Unione europea. L’accordo prevede l’introduzione di una tariffa base al 15%, ma resta ancora molto da chiarire. A partire proprio dalla natura dell’intesa: da parte di Trump, «l’accordo è definitivo, passeranno anni prima di ridiscuterlo», mentre per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, «l’accordo è un framework, grazie al quale ridurremo ancora i dazi su altri prodotti». Intanto, quel che è certo è che ci saranno nuove soglie doganali a partire dal primo agosto. I dazi Usa sui prodotti europei, oggi al 10%, saliranno al 15%, ma restano comunque lontani dal 30% previsto in caso di mancata intesa. Per l’Europa, invece, i dazi già bassi (0,9%) saranno ulteriormente ridotti.

I punti in sospeso: acciaio e metalli

Trump è stato netto: «Per quanto riguarda acciaio e alluminio non cambierà nulla», lasciando intendere che i dazi in vigore – pari al 50% – resteranno tali. Su acciaio e alluminio, secondo Ursula von der Leyen, invece, le tariffe verranno ridotte e si introdurrà un sistema di quote. Saranno, invece, esenti da dazi gli aerei e le loro componenti, alcuni prodotti chimici e agricoli, i semiconduttori e alcune risorse naturali e materie prime critiche.


Dubbi sui farmaci e il peso dell'export calabrese

Tra i punti da chiarire, uno degli aspetti più rilevanti per l’Europa riguarda i dazi sui prodotti farmaceutici. In un confronto con i giornalisti, Trump aveva addirittura affermato che i farmaci non sarebbero stati inclusi nell’intesa. Bruxelles ha fatto sapere che la tariffa non supererà il 15%, ma non è escluso, come ha lasciato intendere lo stesso presidente americano, che in futuro possa aumentare anche per altri Paesi. Negli ultimi anni, il settore farmaceutico ha assunto un ruolo sempre più rilevante nell’economia del sud Italia. Una tendenza confermata dai dati sull’export diffusi nel Libro Bianco del Forum Ambrosetti: le prime 4 regioni italiane per crescita dell’export farmaceutico tra il 2019 e il 2024 sono tutte meridionali. In testa il Molise, con un incremento pari a +1315,5%, seguito da Calabria (+989,8%), Abruzzo (+446,5%) e Campania (+385,8%).

In Calabria tanto si deve alla produzione e alle vendita all'estero del bergamotto sia a uso cosmetico che farmaceutico. L'incidenza del settore farmaceutico dal Pollino allo Stretto, in rapporto al totale del manifatturiero, si aggira sui 6,3 milioni di euro. Numeri che adesso dovranno fare i conti con le nuove misure che portano i dazi dal 10 al 15%.

Acquisto di petrolio, gas e armi

Secondo i dati Eurostat, nel 2024 l’Unione Europea ha acquistato petrolio e gas dagli Stati Uniti per un valore complessivo di 77 miliardi di dollari. Ma dal 2026, sulla base degli accordi commerciali siglati tra Bruxelles e Washington, la cifra è destinata a salire fino a 250 miliardi di dollari Nel 2024 solo il 16,5% del gas e del petrolio importati dall’Unione europea proveniva dagli Stati Uniti. Ma secondo le stime elaborate su dati Eurostat, a partire dal 2026 questa quota salirà al 54%. Trump auspica inoltre un incremento fino a "centinaia di miliardi" nella vendita ai paesi europei degli armamenti. Ogni anno l’Unione europea acquista dagli Stati Uniti armamenti per un valore di circa 35 miliardi di euro. Una cifra consistente, ma ben lontana dagli obiettivi indicati dal presidente americano.