Aeroporto di Lamezia, 11 stagionali scrivono ai dirigenti Sacal: «Fateci lavorare, fateci vivere»

In una lettera indirizzata al presidente De Metrio, al direttore generale Fabbri e al responsabile delle Risorse umane Falvo chiedono perché siano stati lasciati a casa e lamentano: «Siamo esclusi da tutti: dalle istituzioni, da una parte di sindacati e dalla politica».

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8 luglio 2021
22:30

Non chiedono altro che di lavorare per poter mandare avanti le proprie famiglie. Sono undici stagionali dell’aeroporto di Lamezia Terme, rimasti a casa nel tira e molla tra Sacal e sindacati, che adesso scrivono al presidente dell’azienda di gestione dello scalo Giulio De Metrio, al direttore generale Piervittorio Farabbi e al responsabile delle Risorse umane Andrea Falvo per far presenti le loro ragioni.

Sono, si legge nella lettera, «11 operatori unici aeroportuali (Oua) esclusi oggi dalla azienda Sacal» e trattati come «lavoratori di serie b».


«Siamo esclusi da tutti e tutto – scrivono –: dalle istituzioni, da una parte di sindacati che dovrebbero peraltro rappresentare i lavoratori e tutelarli e da una parte politica». E questo, aggiungono, nonostante nell’aeroporto di Lamezia, il principale della nostra regione, ci sia un grande bisogno di personale.

«I nostri colleghi oramai sono allo stremo nel sostenere questi ritmi – proseguono –; i voli aumentano ma gli operai sotto bordo sono sempre di meno. Giorni fa abbiamo assistito all’ennesima disparità di trattamento: lo stagionale che può mettere il piatto a tavola per i propri figli e lo stagionale che non può metterlo».

Eppure, aggiungono, «questa estate si raggiungerà il 75% dei voli. Non possiamo credere che i 25 Oua che sono stati chiamati possano risolvere il problema. È totalmente impossibile».

I lavoratori chiedono il perché di questo trattamento. «In questi anni non abbiamo mai fatto mancare la nostra forza lavoro, mai una parola di troppo. Siamo sempre venuti incontro all’azienda Sacal con straordinari e cambi turni in qualsiasi modo ma soprattutto la nostra dedizione al lavoro non è mai venuta meno. Non ci sembra giusto che l’azienda Sacal ci abbia esclusi ancora una volta senza capire il reale motivo».

Le difficoltà da affrontare, per queste persone, sono tante. «Siamo esclusi da tutti gli ammortizzatori sociali, non sappiamo come andare avanti. I voli ci sono. I nostri colleghi non ce la faranno, sono esausti e i 25 Oua che andranno a supporto non potranno sicuramente colmare il lavoro di questa estate post pandemica».

Infine l’appello, accorato, ai dirigenti della Sacal: «Fateci lavorare, fateci fare il nostro lavoro, fateci vivere. La Regione si è impegnata a versare nella cassa dell’azienda 10 milioni di euro. Il nostro caposquadra Gioacchino Folino che giorni fa ci ha lasciati diceva: “ Voi siete il futuro, voi operatori unici areoportuali siete la nostra forza, voi siete la Sacal”. Chiamateci al lavoro».

 

 

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