L’allarme

Agricoltura in sofferenza per i rincari di gasolio e concimi: in Calabria crolla la produzione di mais e patata silana

Coldiretti spiega che in un anno si sono registrati cali fino al 30%. Almeno fino a metà luglio nessuna preoccupazione per quanto riguarda la siccità, che invece affligge gran parte dell'Italia (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
16 giugno 2022
20:40

Non desta particolare preoccupazione per ora in Calabria l'allarme lanciato questa mattina da Coldiretti sul calo delle produzioni come conseguenza della siccità che ha colpito con forza quest'anno tutta Italia, anche a causa delle alte temperature. L'agricoltura calabrese, infatti, per ora regge l'urto e dovrebbe continuare a reggerlo almeno fino a metà luglio, grazie alla presenza degli invasi silani e della ricchezza d'acqua che consente di assicurare la normale irrigazione dei campi.

Calo della produzione agricola

Il calo della produzione agricola, semmai in Calabria è legato all'aumento esponenziale dei costi del carburante e dei concimi. Una preoccupazione espressa più volte dall'articolazione regionale di Coldiretti, che nei mesi scorsi era giunta persino ad impugnare l'arma della protesta di piazza al fine di preconizzare un pericolo che si è infine materializzato. Dati alla mano si è infatti contratta la produzione di patate silane e di mais di almeno il 25/30%, secondo una stima fornita dall'associazione che rappresenta gli agricoltori.


Aumento dei costi

Le ragioni sono direttamente riconducibili all'aumento del costo del carburante agricolo - che oggi ha toccato la quota di 1,40 centesimi a litro - e all'aumento del costo dei concimi. Anche a causa di questa contrazione, le produzioni non hanno particolarmente risentito degli effetti della siccità dal momento che l'irrigazione è stata assicurata in maniera omogenea su tutto il territorio.

Invasi per l'acqua piovana

E sebbene lo spettro della desertificazione, almeno in Calabria, non sia ancora dietro l'angolo, tuttavia Coldiretti rilancia l'idea della creazione di una rete di piccoli invasi sul territorio per trattenere l'acqua piovana da reimpiegare poi a fini irrigui. Nella nostra regione solo l'11% viene trattenuto, mentre la maggior parte d'acqua proviene dai grandi invasi silani gestiti dalle multinazionali che utilizzano la risorsa prioritariamente per generare energia idroelettrica. Un bene divenuto in questa fase assai prezioso alla luce del generalizzato incremento dei costi dell'energia.

Giornalista
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