Amaco di Cosenza, ancora niente bus elettrici mentre cresce l’ammontare delle consulenze esterne
VIDEO | Slitta la consegna dei mezzi ecologici per l'azienda di trasporti della città bruzia ma il ricorso ad incarichi affidati a professionisti è lievitato in due mesi a quota 340 mila euro.
Slitta nuovamente la consegna dei bus elettrici tanto attesi per riammodernare il parco macchine dell'Amaco di Cosenza. Questa volta non sono problemi tecnici, né burocratici a bloccare la consegna dei mezzi, una quindicina, in arrivo dalla Turchia dove l'impresa produttrice è in attesa del bonifico concordato a titolo di anticipo con l'Azienda per la Mobilità nell'Area Cosentina e non effettuerà alcuna spedizione prima di ricevere il dovuto.
Niente stipendi nell'uovo di Pasqua
Ma le casse di Amaco sono vuote per stessa ammissione dell'amministratore unico Michelangelo Mastrolorenzo. Gli stipendi sono in salvo perché garantiti dai trasferimenti della Regione, circa 430 mila euro ogni trenta giorni, anche se a Pasqua i dipendenti sono rimasti a secco per un pasticcio dell'Inps nel rilascio del Durc. Per il resto il piatto piange, compreso quello dei fornitori.
Determine a raffica
Non invece quello delle consulenze, lievitato a vista d'occhio nel giro di appena due mesi per importi anche ragguardevoli. In particolare, spulciando tra le determine, si registra la previsione di pagamento di 60 mila euro ciascuno per gli avvocati Ugo Celestino e Francesco Luigi Pingitore, altri 60 mila per il commercialista Antonello Gentile, 90 mila per lo studio Pirola-Pennuto-Zei. E ancora ulteriori 60 mila euro allo studio lametino del commercialista Pierluigi Pallaria e 10 mila euro da distribuire tra l'ingegner Santo Dodaro ed il geometra Francesco Guglielmelli. Tutte figure ingaggiate nell'ambito del procedimento avviato davanti alla sezione fallimentare del tribunale di Cosenza. In totale fanno 340 mila euro.
Servizio carente
Il servizio di trasporto invece lascia molto a desiderare: dopo la pandemia di fatto non è mai tornato a regime. I veicoli sono obsoleti e poco funzionali e la puntualità è una chimera. Un nodo che l'amministrazione di Palazzo dei Bruzi dovrà prima o poi tornare ad affrontare.