Strategie

Baker Hughes a Corigliano Rossano, la partita a poker del sindaco: il No potrebbe essere un bluff per alzare la posta

Flavio Stasi sa bene che il diniego del Comune pur non essendo vincolante ha un forte peso politico e potrebbe puntare a ottenere mitigazioni paesaggistiche e compensazioni. Più la banchina croceristica promessa dal 2018 ma mai realizzata dall’Autorità portuale

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di Luca Latella
21 dicembre 2023
20:32
Il porto di Corigliano Rossano e nel riquadro Flavio Stasi
Il porto di Corigliano Rossano e nel riquadro Flavio Stasi

Le segreterie nazionali dei sindacati alzano le barricate contro il “no” del sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi all’insediamento industriale dell’americana Baker Hughes al porto. Un parere negativo fornito alla conferenza dei servizi, quello di Flavio Stasi e dell’amministrazione comunale, comunque non vincolante, ma che – per certi versi – stride con le stesse sortite pubbliche del primo cittadino sul tema. 

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I motivi del parere negativo dell’amministrazione comunale

Agli americani, Stasi aveva chiesto maggiori lumi progettuali sottolineando come «al momento» non ci siano «le condizioni per un parere favorevole», per via di «elementi di chiarimento ed integrazione non forniti, fatta eccezione per le analisi paesaggistica ed acustica per le quali l'azienda ha offerto opportuni riscontri». «Per quanto riguarda la conformità ai piani di assetto territoriali – aveva dichiarato il sindaco di Corigliano Rossano suffragando il parere negativo – il progetto è stato modificato in maniera piuttosto significativa a cinque giorni dalla scadenza del termine, al fine di superare eventuali vincoli».


Peraltro, riferendo il pensiero del consiglio comunale, Stasi aveva chiesto anche di valutare il “trasloco” delle strutture che dovrebbero occupare gli oltre 100mila metri quadrati di superfice portuale tra le due darsene, poche centinaia di metri più in là, all’interno della zona industriale, adiacente al porto e rientrante sempre nella Zes.

Secondo gli esperti, però, l’invito a trasferirsi seppur di poche centinaia di metri, potrebbe non essere più conveniente per due fattori: i collegamenti diretti da e verso il porto che ancora non ci sono – e su cui dovrebbero transitare un continuo viavai di mezzi pesantissimi e trasporti eccezionali – e la profondità (un unicum) del porto stesso che consente alle grandi navi cargo di scaricare e caricare direttamente sulle banchine con l’ausilio delle sole gru.

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Partita a scacchi anche con l’Autorità portuale?

Quel “momentaneo” no del il primo cittadino – il quale aveva concluso auspicando che il dialogo si «possa riprendere con la convocazione di una nuova conferenza» – potrebbe essere, dunque, interpretato come una nuova mossa nella partita a scacchi con Baker Hughes ed Autorità di sistema portuale. Quindi ottenere dagli americani maggiori garanzie progettuali e ricadute benefiche sul territorio, come mitigazioni paesaggistiche e/o compensazioni ai pescatori ed al quartiere che si affaccia sullo scalo portuale, Rivabella. Al presidente dell’Adsp, Agostinelli – che potrebbe autorizzare l’insediamento, ma dovrebbe considerare uno scontro politico contro l’amministrazione locale che non gioverebbe a nessuno – il parere negativo fornito da Stasi potrebbe fungere da stimolo a “stringere” sulla realizzazione della banchina croceristica, già prevista nel Piano operativo triennale 2018-2020 con un importo di 12 milioni messi sul piatto, ma mai nemmeno accennata nella realtà dei fatti.

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