Si è svolto questa mattina al Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria il convegno «Verso il Bergamotto di Reggio Calabria IGP - Ritorno al futuro: da una storia di profumi alla IG Economy», che ha sancito un nuovo passo nel percorso verso il riconoscimento ufficiale dell’Indicazione Geografica Protetta. Un traguardo ormai vicino, dopo la pubblicazione del disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale del 16 ottobre, che apre le porte alla trasmissione del fascicolo a Bruxelles per l’approvazione definitiva.

L’iniziativa, moderata dal giornalista Massimo Tigani Sava, ha riunito produttori, istituzioni e mondo accademico attorno a una sfida comune: trasformare il bergamotto da simbolo identitario a modello di sviluppo. Tanti gli interventi qualificati dal mondo accademico, dei produttori e delle istituzioni, introdotti da quello di Rosario Previtera, presidente del Comitato Promotore dell’IGP, che ha ricordato il lungo lavoro compiuto. «Sono stati anni intensi, ma il risultato ripaga ogni sforzo. Dal 2021 ad oggi abbiamo costruito una rete di oltre 500 aziende e oggi finalmente possiamo parlare di futuro, non solo di storia».

Previtera ha sottolineato come il nuovo assetto normativo delle indicazioni geografiche apra fronti inediti per il territorio. «Il futuro Consorzio di tutela del Bergamotto di Reggio Calabria IGP potrà operare sulla sostenibilità ambientale, sul turismo rurale, sul sociale e sulla valorizzazione delle aree interne. L’obiettivo è restituire reddito e dignità agli agricoltori». Un concetto chiave, quello della IG Economy, che lega qualità, tracciabilità e inclusione economica.

Il bergamotto di Reggio Calabria compie un passo decisivo verso il riconoscimento ufficiale dell’IGP. All’Università Mediterranea si è discusso del futuro della filiera e delle nuove opportunità legate alla cosiddetta “IG Economy”.

Oggi il frutto simbolo dello Stretto, per secoli confinato al mercato dell’essenza, trova nella diversificazione la sua occasione. «Con l’IGP il bergamotto potrà competere anche nel mercato del fresco - ha spiegato Previtera - passando da un valore di 25-30 centesimi al chilo a oltre un euro, grazie al marchio che certifica origine e qualità». Un riconoscimento che tutela il prodotto ma soprattutto l’intera filiera, contro il rischio dell’anonimato e delle imitazioni estere e non solo.

Sulla stessa linea l’eurodeputato Denis Nesci, che ha seguito da vicino l’iter a Bruxelles. «Questo marchio serve al territorio, agli agricoltori e ai giovani che vogliono restare - ha detto l’europarlamentare di Fratelli d’Italia -. L’Europa non è un’entità lontana, ma uno strumento da utilizzare per costruire opportunità». L’esponente calabrese ha poi richiamato l’impegno delle istituzioni nel difendere il made in Italy e la tracciabilità, perché «Certificare un prodotto significa garantire sicurezza ai consumatori e stabilità ai produttori. Un’eccellenza come il bergamotto non può finire nel limbo del mercato anonimo».

Prosegue il percorso di riconoscimento europeo per il Bergamotto di Reggio Calabria. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del disciplinare IGP, arrivano le reazioni del Comitato promotore e della Regione. Ora la parola passa a Bruxelles.

Presente all’incontro anche il consigliere metropolitano Giuseppe Marino, delegato della Città Metropolitana, che ha portato i saluti istituzionali del sindaco Giuseppe Falcomatà e del consigliere Mantegna. «Ai produttori dell’“oro verde” serve una tutela piena – ha dichiarato – perché rappresentano una parte viva dell’economia reggina. La Città Metropolitana vuole essere al loro fianco, rafforzando la promozione del bergamotto nelle fiere nazionali e negli eventi di settore come BergaRè».

Marino ha ringraziato Rosario Previtera e gli organizzatori del convegno, sottolineando il ruolo dell’Università Mediterranea e degli ordini professionali nel formare nuove competenze: «Il bergamotto è già un motore di sviluppo, ma può diventarlo ancora di più se continueremo a investire su giovani, qualità e sinergia istituzionale».

Dal confronto è emerso il valore del bergamotto come bene identitario e presidio ambientale. La coltivazione interessa 51 comuni dell’area vocata, molti dei quali colpiti da spopolamento e desertificazione. Previtera ha ricordato come la filiera possa diventare «un argine contro il cambiamento climatico e una leva di reddito per le nuove generazioni». Un’idea condivisa anche da Liliana Cirillo, presidente dell’Ordine dei Periti Agrari di Reggio Calabria, che ha sottolineato il ruolo tecnico e formativo della categoria. «Siamo pronti a mettere le nostre competenze al servizio della comunità. Il bergamotto racchiude qualità, identità e innovazione, e rappresenta un campo fertile per i giovani che vogliono investire nel futuro». Un mondo, quello del Bergamotto, che si apre ad una nuova frontiera del lavoro professionale e di alta qualificazione.

Il cammino verso l’IGP è dunque alle battute finali. Se non interverranno opposizioni, entro metà novembre la documentazione sarà trasmessa alla Commissione europea, che potrà decretare la nascita ufficiale del marchio. «Ci auguriamo - ha concluso Nesci - un percorso senza ostacoli. Questo risultato appartiene alla Calabria intera e deve diventare il punto di partenza per una nuova economia territoriale».

Il bergamotto di Reggio Calabria, “oro verde” non solo della città metropolitana reggina ma dell’intera regione, entra così in una nuova stagione: da eccellenza agricola a modello di crescita sostenibile, ambasciatore di un’identità che guarda al futuro con radici ben piantate nella sua terra.