La decisione della Corte dei Conti di non concedere il visto di legittimità alla delibera Cipess sul Ponte sullo Stretto ha scatenato un acceso dibattito politico e istituzionale. Una scelta che, secondo il governo e i suoi sostenitori, rischia di paralizzare un’opera strategica e attesa da decenni dal Sud Italia.

Siracusano: «Decisione surreale»

«La decisione della Corte dei Conti è davvero surreale. Sembra quasi che qualcuno voglia condannare il Sud a una perenne arretratezza, ostacolando un'opera strategica per tutto il Paese come il Ponte sullo Stretto di Messina», ha dichiarato Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia. «Il governo ha creduto sin dall'inizio nella realizzazione del Ponte, un'infrastruttura non più rinviabile, indispensabile per lo sviluppo e la modernizzazione dell'intero Mezzogiorno. Attendiamo di leggere le motivazioni, ma è difficile comprendere la logica di una decisione che appare più politica che tecnica».

Loizzo e Furgiuele: «Chi blocca il Ponte non fa il bene del Sud»

Sulla stessa linea Simona Loizzo, deputata calabrese della Lega: «Il Ponte sullo Stretto è un’opera strategica, inserita nel corridoio Ten-T, capace di creare sviluppo, essere motore per la crescita di Calabria e Sicilia e di tutto il Mezzogiorno. Eppure, la Corte dei Conti sceglie di bloccare tutto. Una scelta illogica, che non fa il bene del Paese, una ingerenza contro un Governo che vuole costruire». L’altro esponente della Lega calabrese in Parlamento, Domenico Furgiuele, conferma e rilancia: «Chi ferma il Ponte non fa il bene del Sud, delle famiglie e dei lavoratori che aspettano infrastrutture e sviluppo da decenni. Matteo Salvini e la Lega hanno scelto, dal primo giorno di mandato, di lavorare per far crescere l'Italia, e darle il volto che un Paese moderno e avanzato merita di avere. La decisione della Corte dei Conti non considera gli interessi degli italiani, non considera il lavoro di decine di esperti e professionisti e accademici chiamati a esprimersi su un'opera ambiziosa. Ha il sapore della decisione politica. E questo non lo possiamo accettare». 

Occhiuto: «Certo che il governo andrà avanti»

Anche il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha espresso la propria indignazione: «Ha ragione il vice premier Matteo Salvini: la decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese. Il Ponte sullo Stretto non rappresenta solo una grande infrastruttura che il Mezzogiorno attende da decenni, ma anche un’immensa occasione per la Calabria e per la Sicilia: la concreta possibilità che queste Regioni hanno di dimostrare al mondo intero che sono capaci di condurre a termine opere straordinarie. Il Sud vuole opportunità, vuole misurarsi con sfide entusiasmanti, vuole concorrere per creare sviluppo e per competere con il resto del Paese. Trovo assurda la presa di posizione della Corte dei Conti, ma sono certo che il governo andrà avanti in un processo ormai non più reversibile».

Schifani: «Decisione che sa di ingerenza»

Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha parlato di «una decisione che sa molto di ingerenza e che rischia di paralizzare l'azione di governo, ostacolando un'opera strategica per lo sviluppo dell'Italia e per il futuro della Sicilia». Per Schifani, «Il Ponte sullo Stretto è un'infrastruttura attesa da decenni dai nostri cittadini e dal nostro sistema produttivo. Ribadisco la mia piena sintonia con il Governo nazionale e con il ministro Salvini, che ringrazio per la determinazione dimostrata in questi anni. Continueremo a difendere con forza il diritto della Sicilia a colmare un divario infrastrutturale che dura da troppo tempo».

Ciucci: «Sorpresi dalla Corte dei Conti»

Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina, ha aggiunto: «Abbiamo accolto con grande sorpresa l’esito del controllo di legittimità operato dalla Corte dei Conti che non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione la Delibera Cipess n. 41/2025 del Ponte sullo Stretto. Tutto l’iter seguito è stato sempre svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del ponte. Restiamo in attesa delle motivazioni mantenendo l’impegno di portare avanti l’Opera, missione che ci è stata affidata da tutto il Governo e dal Ministero delle infrastrutture in attuazione delle leggi approvate dal Parlamento italiano».

Irto: «Meloni e Salvini hanno venduto un’illusione»

Non mancano le critiche dall’opposizione: «La Corte dei Conti ha fermato il Ponte sullo Stretto, ma la responsabilità è tutta del Governo che continua a scambiare la propaganda per politica e i proclami per atti amministrativi», ha affermato Nicola Irto, capogruppo in Commissione ambiente e infrastrutture del Senato. «La mancata approvazione della delibera CIPESS non è un cavillo tecnico, ma proprio la prova che il progetto bandiera della destra è stato costruito in fretta, senza basi giuridiche solide e con una gestione delle risorse a dir poco opaca. Una illusione, come abbiamo più volte detto. Meloni e Salvini hanno venduto agli italiani un’illusione, mentre gli organi di controllo dello Stato certificano che non tutto quello che si annuncia nei talk show può diventare realtà per decreto. È un fallimento politico e istituzionale: mesi di conferenze stampa, slogan e passerelle e alla fine l’illusione si ferma davanti alla prima verifica di legalità. Invece di cercare capri espiatori, il Governo dovrebbe fare autocritica e smettere la propaganda elettorale. L’Italia ha bisogno di serietà, non di cantieri fantasma».

Fratoianni: «Meloni&Co non rispettano le regole»

Sulla stessa lunghezza d’onda, Nicola Fratoianni di Avs ha commentato: «La rabbia e il livore con cui in questi minuti la Presidente del Consiglio, il ministro Salvini e molti altri esponenti della destra stanno commentando la scelta dei magistrati della Corte dei Conti dopo la decisione sull'azzardo di un progetto che non doveva essere portato avanti, rivela ancora una volta la cifra del loro rispetto per le regole e per la trasparenza».