Calabria zona gialla, boom di prenotazioni in Sila per il pranzo domenicale
Il passaggio in zona gialla stimola alla gita fuori porta nelle località turistiche dell'altopiano. A Cosenza invece molti locali non riapriranno con servizio al tavolo a causa dell'obbligo di chiudere entro le 18: troppe spese e pochi clienti
Felici a metà i ristoratori cosentini. Per i titolari dei locali del centro, il passaggio della Calabria in zona gialla non incide in maniera determinante sul fatturato. Perché la pausa pranzo è comunque caratterizzata da un pasto veloce, consumabile anche da asporto, mentre la quota maggiore di clientela frequenta i tavoli alla sera. E anche con le nuove e meno severe misure, questi esercizi dovranno comunque abbassare le saracinesche entro le ore 18, e rinunciare al servizio della cena.
Non tutti pensano di riaprire
Per questo motivo, di fronte al rischio di doversi sobbarcare spese di personale, di energia e di approvvigionamento alimentare per servire pochi avventori, molti resteranno ugualmente chiusi, altri continueranno invece ad offrire solo l'asporto. Soprattutto quei ristoranti non così centrali da intercettare categorie impiegatizie o persone impegnate nello shopping di Natale, ma neanche così particolari da poter risultare accativanti per il pranzo domenicale.
La Sila prende vita
Discorso diverso per le località turistiche. Ed infatti, nei ristoranti della Sila, i telefoni hanno subito ripreso a squillare appena il Governo ha ufficializzato la notizia. L’allentamento delle restrizioni anti-Covid consente di uscire dal territorio del comune di residenza ed invita alla gita domenicale. Da queste parti, durante il periodo della zona rossa e della zona arancione, quasi nessuno ha mantenuto aperto il locale per l’asporto. Solo qualche pizzeria, magari per il sabato sera.
Fiduciosi nella ripresa
Le richieste nelle ultime ore sono fioccate per molti ristoranti dell’Altopiano. «Eravamo fiduciosi rispetto alla possibilità di riprendere l’attività – dice Valeria Aquila, ristoratrice alle Vie del Gusto di Camigliatello – Già da qualche giorno avevamo informato la clientela attraverso un tam tam sui social preannunciando la riapertura. E in molti ci hanno chiamato. Le norme ci impongono una riduzione dei posti a sedere, già sperimentata in estate. Ma l’importante è ricominciare a lavorare. Sono ottimista».
Tavoli prenotati
«Abbiamo diversi tavoli prenotati – dice Edda Barrese di Staziona e Mangia – Ci siamo fatti trovare pronti all’appuntamento con la riapertura e speriamo in un rilancio in questo periodo festivo nonostante vi siano ancora delle limitazioni negli spostamenti». Gli fa eco Carlo Principe della Vecchia Sila: «In molti hanno chiamato per chiederci notizie sulla riapertura, per cui ci aspettiamo una discreta affluenza».
Aspettando la neve
Per adesso la neve ha imbiancato solo le vette di Montescuro e Botte Donato. Ma con gli impianti di risalita chiusi, l’assenza della coltre bianca sulle piste non è poi un gran problema. Gli operatori sono convinti che anche l’escursionismo, l’aria pulita, gli spazi aperti ed il paesaggio incantevole possano richiamare anche quella fetta di appassionati della montagna soliti ne programmare la loro settimana bianca sulle Alpi.