Call center, a Crotone un tavolo a tutela dei dipendenti dell'Abramo customer care

Nel pomeriggio si è tenuto un consiglio comunale aperto sulla vertenza per scongiurare la crisi occupazionale. A rischio 3mila posti di lavoro

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di Francesca Caiazzo
11 dicembre 2020
20:26

Un tavolo di garanzia per vigilare sugli eventuali acquirenti interessati a rilevare l’azienda e garantire il futuro occupazionale a tutti i lavoratori. È unanime la richiesta che proviene dal Consiglio comunale di Crotone convocato in seduta aperta e straordinaria in diretta streaming per discutere della crisi all’Abramo Customer Care. Il 22 novembre scorso, l’azienda ha presentato richiesta di concordato preventivo al Tribunale di Roma e da allora è iniziato l’incubo per i 3.000 dipendenti dislocati tra la sede di Crotone e quelle nelle province di Catanzaro e Cosenza. Non a caso, è intervenuto anche il sindaco di Montalto Uffugo, Pietro Caracciolo, disposto a fare fronte comune con il suo omologo pitagorico, Vincenzo Voce.

La testimonianza dei lavoratori

A portare la voce dei lavoratori, Rosa Giglio e Salvatore Lumare che, a nome di tutti i colleghi, hanno espresso viva e legittima preoccupazione. I dipendenti continuano a lavorare, ma è dura. Le mensilità di settembre e ottobre non sono state pagate per intero e la tredicesima, quest’anno, probabilmente non arriverà. I crediti che vantano con l’azienda sono congelati, ma loro devono comunque onorare i debiti con le banche e le finanziarie.
Rosa e Salvatore chiedono concretezza, nella speranza che nessun posto di lavoro vada perso. «Vigilate e fate presto» è la loro richiesta.


L’allarme dei sindacati

Che l’Abramo Customer Care abbia avuto delle perdite economiche è innegabile, ma – è emerso nell’incontro - i conti non sarebbero in rosso, le commesse al momento non mancherebbero e alcune starebbero addirittura aumentando. Perché allora si è arrivati a tutto questo? Abramo non sembra voler più fare l’imprenditore, accusano i sindacati.
Da settimane, trapelano indiscrezioni su eventuali acquirenti interessati a rilevare l’azienda, ma si tratterebbe di soggetti poco credibili, alcuni dei quali persino senza esperienza nel settore dei Call Center, sostiene Francesco Canino della Cistel Cisl Calabria. Secondo Fabio Tomaino della Uil Crotone è necessaria chiarezza e bisogna coinvolgere la Regione, mentre Enzo Scalese della Cgil Area Vasta auspica maggiore sinergia politica e parlamentare. La gestione del gruppo Abramo non è più credibile, sentenzia Andrea Ranieri della Uilcom Calabria.

Scongiurare crisi occupazionale

All’incontro hanno preso parte anche due deputati crotonesi, Sergio Torromino (FI) e Elisabetta Barbuto (M5S). I parlamentari hanno garantito il loro impegno presso i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, dove proseguono le interlocuzioni: la società, lunedì prossimo, incontrerà il sottosegretario del Mise, Alessandra Todde.
L’eventuale crisi occupazionale preoccupa anche Alfio Pugliese e Salvatore Murano, rispettivamente, presidente della Camera di Commercio e segretario Confesercenti di Crotone: si tradurrebbe in perdita di potere d’acquisto e metterebbe in ginocchio l’economia locale.

Il tavolo di garanzia

Ecco perché, concordano tutti, bisogna puntare a un tavolo di garanzia permanente sulla vertenza, che sarà costituito fin da subito. È in quella sede che si potrà vigilare sul piano aziendale e sulle intenzioni del Gruppo Abramo e degli eventuali acquirenti. Una diminuzione dei volumi e l’eventuale dismissione frazionata delle commesse sarebbero da scongiurare: potrebbero favorire alcuni e penalizzare altri.
Insomma, bisogna tenere alta l’attenzione sulla vicenda e pressare il governo con un fronte unito e compatto, sostiene il sindaco di Crotone, che si è detto disposto alla mobilitazione su Roma per fare sentire la voce del territorio.

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