Call center Abramo all'asta, i sindacati: «Ora monitorare il processo e non abbassare la guardia»

VIDEO | Per il segretario generale della Uil Crotone Fabio Tomaino bisogna vigilare affinché vengano mantenute tutti i posti di lavoro ma anche «rispettate le condizioni maturate in oltre 20 anni di attività»

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di Francesca Caiazzo
19 giugno 2021
12:08

«Dopo esserci messi alle spalle una lentezza ormai storica dei commissari giudiziali nella gestione di questi processi, finalmente c’è un percorso definito. Speriamo che ci siano più proposte, così che possa passare quella di maggiore qualità e la migliore dal punto di vista economico, partendo da un presupposto importante, come previsto, che è l’acquisizione dell’intero perimetro occupazionale, una garanzia che in qualche modo rasserena i lavoratori». Così Fabio Tomaino, segretario generale della Uil di Crotone sulla decisone del Tribunale di Roma che, accogliendo la richiesta di concordato preventivo, ha messo all’asta l’Abramo Customer Care.

Il sindacalista non intende comunque abbassare la guardia sulla procedura, che interessa oltre 3mila lavoratori in Calabria: «Bisognerà monitorare il processo, attraverso il tavolo istituito al Mise, per fare in modo che vengano rispettate le condizioni maturate in oltre 20 anni di attività lavorativa. Ci auguriamo che questo tavolo assuma una identità diversa, più operativa, visto che è stato soltanto uno spot in cui si sono enunciate buone intenzioni. L’attività va seguita e monitorata: la sostenibilità economica delle condizioni retributive attuali dei lavoratori deve essere mantenuta non solo nei numeri delle unità lavorative ma anche nella quantità economica che andranno a percepire».


«Ora che abbiamo superato la paura del piano concordatario che è stato approvato, bisognerebbe conoscerne i termini, del piano di rientro, soprattutto rispetto ai debiti e quelli che riguardano i lavoratori e, visto che è ormai è un percorso pubblico, conoscere quali sono i crediti che vanta l’azienda e in che condizioni si trovano le commesse, come quella albanese e quella tedesca» conclude Tomaino.

Giornalista
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