Crisi call center Abramo, cauto ottimismo dopo tavolo al Mise. Ma la Regione Calabria non c’era

VIDEO | Primo incontro ministeriale per vigilare sulla procedura concordataria della società con l’obiettivo di tutelare commesse e posti di lavoro

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di Francesca Caiazzo
17 maggio 2021
14:00

Tre settimane per valutare l’ammissibilità del piano concordatario e ulteriori 45 giorni per espletare la gara tra le offerte di acquisizione pervenute (abbandonata l’idea dell’affitto, si procede verso la vendita di tutte le attività). Sono i tempi del Tribunale di Roma che scandiscono la crisi dell’Abramo Customer Care, approdata finalmente al Mise. Un primo incontro interlocutorio, quello di venerdì scorso, al quale hanno partecipato azienda, istituzioni e sindacati.

Le richieste dei sindacati

Cgil, Cisl e Uil hanno «evidenziato la necessità di salvaguardare complessivamente nel suo insieme l’intero perimetro occupazionale della società e tutti i suoi siti operativi in Calabria, Sicilia e Lazio, le relative sedi e i trattamenti economici dei lavoratori».


In particolare, al Ministero dello Sviluppo Economico «è stato chiesto di attivarsi verso i committenti attraverso una “moral suasion” che tuteli tutte le commesse attuali ed i relativi flussi di attività in carico ad Abramo, comprese quelle di prossima scadenza, al fine di non depauperare il complesso aziendale in questa delicata fase societaria».

Il Mise ha garantito ampia disponibilità «a seguire i successivi sviluppi della vertenza ed a seguire dal punto di vista istituzionale la società che si aggiudicherà l’asta al fine di poter garantire la tutela dell’intero perimetro occupazionale».

Cauto ottimismo

C’è un cauto ottimismo, dunque, ma la fase è delicata. Bisogna tutelare commesse e posti di lavoro. «Contiamo in un esito positivo della vertenza e auspichiamo che seguiranno altri incontri, orientati a tutelare la forza occupazione e a gestire questa fase delicata di transizione perché è la fase in cui si possono perdere risorse e in cui l’aggiudicatario può aver bisogno di un supporto per ripartire. Auspichiamo che questa transizione sia pulita e che non si perdano posti di lavoro» ha commentato l’assessore comunale alle Attività Produttive di Crotone, Luca Bossi.

«Non consentiremo che sulla vicenda cali il silenzio ed il disinteresse e ne seguiremo l’evoluzione, come già stiamo facendo, anche mettendo in campo le necessarie competenze, tecniche e giuridiche, per tutelare i lavoratori unitamente alle associazioni sindacali» hanno dichiarato le parlamentari del M5S, Elisabetta Barbuto e Anna Laura Orrico, che hanno partecipato alla riunione.

Regione Calabria assente

L’incontro, svoltosi in videoconferenza, è stato coordinato da Stefano D’Addona, capo gabinetto del Vice Ministro Alessandra Todde assente per sopravvenuti impegni istituzionali. Presenti i delegati della proprietà, Romolo De Camillis per il Ministero del lavoro, tutte le sigle sindacali nonché il Comune di Crotone, la Regione Sicilia e la Regione Lazio.

Assente al tavolo la Regione Calabria, come in realtà aveva lasciato intuire l’assessore regionale Fausto Orsomarso qualche giorno prima, rispondendo a una nostra domanda sulla partecipazione alla riunione: «La vicenda ci sembra stia andando verso una definizione. Abbiamo scritto lettere, presentato interrogazioni parlamentari, la seguiamo con grande attenzione, quindi anche se non ci sono perché devo curare competenze più dirette mie in Calabria, la seguiamo comunque. Stiamo sul pezzo, lo abbiamo sempre dimostrato e ci auguriamo che si arrivi a una soluzione definitiva» aveva detto a margine di un incontro nella sede della Camera di Commercio di Crotone.

Giornalista
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