Coltivazioni compromesse e raccolti ridotti. In alcune aree della Calabria, la celebre cipolla rossa di Tropea Calabria IGP, una delle produzioni più identitarie della regione, è messa a dura prova da un parassita sotterraneo che - ad oggi - sembrerebbe resistere a ogni trattamento. A San Leo di Briatico, nel Vibonese, interi ettari sono andati perduti negli ultimi mesi. In alcuni casi, le coltivazioni sono state ripiantate anche tre volte, senza successo.

«Si tratta di una larva sotterranea – spiega Francesco Melograna, imprenditore agricolo della zona – che attacca le radici e arriva fino al colletto della pianta. Purtroppo non c'è insetticida che tenga. È devastante. Abbiamo già perso circa 10 ettari». Il problema, secondo Melograna, è emerso in modo evidente lo scorso autunno, ma è tornato ora con forza con l’avvicinarsi dell’estate. «La particolarità è che, anziché agire in superficie, attacca da sotto ed impedisce alla pianta, quando è ancora tenera di svilupparsi. Sulle piante già formate invece non agisce».

Problemi nelle campagne calabresi dove alcune coltivazioni di cipolla rossa di Tropea IGP sono state colpite da un parassita sotterraneo difficile da contrastare. Gli agricoltori chiedono attenzione e supporto da parte delle istituzioni.

Le difficoltà non sono solo produttive, ma anche organizzative, soprattutto nei rapporti con la distribuzione: «Il problema è anche che noi abbiamo preso degli impegni con la grande distribuzione – spiega – e vogliamo mantenerli, ma non riusciamo a capire come fermare questa situazione e non sappiamo se nel futuro si ripresenterà. Anche pianificare diventa impossibile», racconta l’imprenditore, che da settimane sta cercando di coinvolgere agronomi, enti locali e persino esperti dell’università per approfondire la questione.

Finora, però, le risposte istituzionali non sono arrivate. «Sono venuti più agronomi che sindaci. Nessuno si è fatto portavoce dei contadini. Eppure, il problema riguarda tutta l’area IGP, da Campora a Lamezia», denuncia Melograna, che chiede con un urgenza l’intervento in primis del Consorzio di tutela della Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP e, in secondo luogo, dei Comuni e della Regione Calabria. «Il Consorzio deve tutelare sì il prodotto, ma anche i suoi produttori. Serve un’azione congiunta, altrimenti rischiamo grosso».

Nel frattempo, nei campi si sperimentano soluzioni alternative: dai trattamenti con funghi biologici preventivi alla coltivazione di varietà di cipolla diverse da quella di Tropea, per testare in anticipo l’efficacia dei rimedi in vista della prossima semina della Rossa. Ma le difficoltà non finiscono qui. Oltre al parassita misterioso, quest’anno è arrivata anche la peronospora, una malattia fungina che ha compromesso ulteriormente il raccolto. «La stagione finirà prima del previsto – avverte Melograna – e con meno prodotto sul mercato aumenterà il rischio di contraffazione. In certe zone, come il Reggino e il Crotonese, la cipolla di Tropea contraffatta è già un problema concreto».

A Briatico, intanto, i campi abbandonati portano i segni visibili del danno. «In pochi giorni questo insetto ha bruciato tutto – conclude Melograna, indicando uno dei suoi appezzamenti – ora stiamo riseminando, ma ci serve supporto. Le istituzioni e il Consorzio di tutela non possono girarsi dall’altra parte».