È un colosso mondiale dell'intermediazione viaggi dal valore-monstre di circa 173 miliardi di dollari. Ma a settembre 2024 la Corte di giustizia europea ha deciso che le clausole di parità tariffarie imposte da Booking.com hanno violato le regole della libera concorrenza. Oggi pertanto anche le strutture calabresi possono chiedere il conto inserendosi in una gigantesca class action.

Francesco Perino

«Con le cosiddette parity rate Booking.com imponeva i prezzi con una parità tariffaria e quindi tutti gli albergatori erano costretti a non fare offerte migliori su altre piattaforme e sui propri canali, imponendo così una concorrenza sleale» – dice in esclusiva al nostro Network LaC Francesco Perino, direttore di Federalberghi Calabria. 

Ma quante sono le imprese calabresi teoricamente ammissibili all'azione legale? «Nella regione Calabria – aggiunge – sono circa 600, tutti gli alberghi di qualsiasi dimensione con qualsiasi numero di camere può partecipare alla class action, quindi invitiamo tutte le aziende ad aderire contattando la federazione».

Entro il 31 luglio prossimo è possibile insinuarsi nel procedimento con aspettative di risarcimenti piuttosto importanti.  «Sì, da una prima stima si calcola che circa il 30 per cento delle commissioni pagate negli ultimi vent'anni a Booking, quindi dal 2004 al 2024, possa essere recuperato, oltre gli interessi legali, possiamo dire che potremmo aspirare a ricevere diversi milioni di euro».

Tutte le strutture alberghiere calabresi potrebbero ricevere grossi risarcimenti da un colosso internazionale delle transazioni online.

Il caso – di spessore internazionale – sarà gestito da un soggetto giuridico specializzato che se ne assumerà costi e rischi. «L'operazione – afferma Perino – è finanziata totalmente da un pool di esperti, da una fondazione e dall'Otrec, e le aziende non avranno ripercussioni perché tutelate dalla legge». 

Questo per il periodo già maturato, ma oggi come stanno le cose? «Booking si sta adeguando – ha concluso il direttore di Federalberghi Calabria – e non sta applicando più la cosiddetta parity rate, quindi con la libera concorrenza ogni struttura può offrire i propri prezzi».